Varie, 15 febbraio 2002
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BUNDCHEN BNDCHEN Gisele Horizontina (Brasile) 20 luglio 1980. Modella • «La più bella donna e la più pagata modella del mondo
BUNDCHEN BNDCHEN Gisele Horizontina (Brasile) 20 luglio 1980. Modella • «La più bella donna e la più pagata modella del mondo. [...] Una ragazza venuta dal nulla, famiglia non ricca alle spalle, nota anche per essere la discreta compagna di Leonardo DiCaprio. Mai una intervista sul suo legame, mai al suo fianco nelle apparizioni pubbliche, ma sono insieme da anni. [...] ”Sono legatissima al mio Paese, alla mia famiglia, alle mie cinque sorelle. Faccio il possibile anche per sostenere l’immagine della mia terra di colori, di serenità [...] Mio padre era contrario alla mia carriera da modella, ma non l’ho deluso e osservo le regole che mi ha insegnato. I pregiudizi che aveva sono stati sconfitti dal mio lavoro [...] Il mio è un lavoro duro e non ho mai pensato a esso come a una macchina per fare soldi. Implica ore di pose, professionismo assoluto. La moda poi fa parte del costume. Richiede molto impegno e, spesso, solitudine [...] La vita vera sta altrove e io, nata senza tutto quello che ho oggi, abituata per anni a indossare i vestiti smessi delle mie sorelle, lo so bene. Al Brasile spero di dare molto con le cose che ho raggiunto e di creare scuole per bambini poveri delle favelas. Ho bisogno di verità, non solo di glamour” [...]» (Giovanna Grassi, ”Corriere della Sera” 11/10/2004). «Non è Claudia Schiffer, non ha quel visino da Barbie, non ha la sensualità predatoria di Naomi Campbell, non ha lo stile speciale di Carla Bruni o la burrosità di Eva Herzigova: eppure oggi le surclassa tutte, le mette in ombra, le fa dimenticare. [...] Brasiliana sì, ma di solide origini tedesche, come si desume dal cognome, e dai colori niente affatto carioca, i capelli biondo miele, la pelle chiara. La consacrazione (come ne avesse bisogno) l’ha ricevuta dal Calendario Pirelli del 2001, nel quale il fotografo Mario Testino, uno dei suoi scopritori (’rimasi ipnotizzato dalla sua bellezza”), le dedica il primo scatto, quello di gennaio, il più convincente e forse il più malizioso. Gisele, piecing all’ombeico e mutandine di pizzo nero accanto a un letto a baldacchino barocco, si solleva il maglione sul seno nudo senza arrivare a scoprirlo del tutto, facendosi schermo con una mano mentre guarda fisso l’obiettivo, un occhio morbidamente coperto dai capelli. ”Aveva un bellissimo seno, fianchi spettacolari e una spelndida chioma”, ricorda James Scully, responsabile casting di ”Harper’s Bazar”. Il soprannome che l’ha accompagnata agli esordi, oggi semidimenticato, è ”The boobs from Brazil”. Ma non è solo al seno che deve la sua fortuna. [...] ”Non indosso abiti trasparenti. Se gli stilisti mi chiedono di farlo dico di no. Non mi sento a mio agio se la gente mi vede i capezzoli”. [...] il suo essere sfacciata e allo stesso tempo pudica, insiema alla sua naturalezza e al suo portamento imperioso (cammina sui tacchi a spillo come se fosse in scarpe da ginnastica, sottolinea un couturier) a fare di lei Gisele, la sua femminilità senza infingimenti e senza compromessi, la sua sensualità impossibile da nascondere, lo sguardo alto e bruno. Eppure anche lei così ”curvaceous” ha alle spalle una storia di brutto anatroccolo, se è vero, come racconta l’interessata, che da ragazzina era magrissima, le gambe secche come le braccia, e a scuola tutti la prendevano in giro chiamandola Olivia come la fidanzata di Braccio di ferro, o addirittura lo Scheletro. Modella per caso? Leggenda vuola che sia stata notata da un talent-scout a 14 anni mentre addentava un hamburger a un McDonald’s di San Paolo, dove era in gita con la scuola. In realtà le cose non sarebbero andate proprio così: di fronte al suo metro e 79, al suo 91 di seno, 59 di vita, 89 di fianchi, la madre la iscrisse a un corso di portamento e l’insegnante la segnalò immediatamente all’agenzia Elite. Qualche porta in faccia (poche per la verità) l’ha presa anche lei: alcuni agenti ritenevano che i capelli chiari e i lineamenti un po’ spigolosi non fossero sufficientemente esotici, risultassero poco sudamericani. Secondo altri il suo naso era troppo importante. E il seno: troppo opulento per una mannequin. Da lì a tre anni Gisele avrebbe bruciato tutte le tappe. [...] ”Quando compariva in passerella tutti restavano senza fiato - è sempre il responsabile casting di ”Harper’s Bazaar” che ricorda -. Gli uomini la desideravano, e le donne avrebbero voluto essere come lei. Non accadeva una cosa simile dai tempi di Cindy e Naomi”. Gisele viene da un borgo selvaggio di poche migliaia di abitanti nel sud del Brasile, Bela Horizontina, padre agente immobiliare, madre impiegata di banca, ben cinque sorelle [...]» (Laura Laurenzi, ”Il Venerdì” 12/1/2001).