Varie, 15 febbraio 2002
BURANI
BURANI Mariella Cavriago (Reggio Emilia) 8 marzo 1943. Stlista. «Mi sono spesso sentita trattare da provinciale, anche se posso rivendicare di essere stata ampiamente copiata da tanti ”maestri” che sono venuti dopo […] Non me la sono mai presa. Mi sono accontentata di continuare a fare il mio lavoro in un’azienda che diventava sempre più forte, facendomi dare ragione dai numeri. Un periodo in cui la mia immagine si è rivalutata anche nell’ambiente più elitario della moda è stato quando ho incontrato il fotografo Peter Lindbergh, che ha realizzato poi la mia campagna pubblicitaria. A lui i miei abiti sono piaciuti tantissmo, è rimasto affascinato dall’idea di libertà che la mia donna esprime» (Donatella Bogo, ”Sette” n. 42/1999). «La mia immagine ha un segreto. Un piccolo, grande segreto che porto da sempre nel cuore e ispira tutte le mie collezioni. E che ha un nome: Seta. Seta sta per Rosita, non è un tessuto ma un soprannome: era una donna chiamata così per via della sua pelle bianca e liscia […] Era una lontana parente di mio marito. E quando si presentò per la prima volta nella nostra casa nel Reggiano, non era più giovanissima. Io invece avevo poco più di 20 anni, due figli piccoli da accudire e un diploma di maestra elementare appeso malinconicamente al muro. La Seta era diversa da tutte le altre donne che conoscevo, quelle che vivevano solo in funzione dei loro uomini: non si era mai sposata, girava per l’Italia in autostop, era libera e indipendente come un uomo. Durante le sere d’inverno era solita sedersi al grande tavolo della mia cucina. Con la voce rauca, raccontava delle sue scelte di vita, del suo amore per la libertà, delle lotte che aveva dovuto affrontare per conquistarsi l’indipendenza. […] Oggi la mia più grande gioia è sapere che, nonostante sia scomparsa tanti anni fa, la Seta rivive un po’ ogni volta che comincio a creare una nuova collezione» (Gioia Carozzi, ”Madame Class” febbraio 1999). Vedi anche: Donatella Bogo, ”Sette” n. 42/1999.