varie, 15 febbraio 2002
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Bush Laura
• (Welch) Midland (Stati Uniti) 4 novembre 1946. Moglie di George W. • « L’immagine che l’America ha della first lady Laura è quella di una moglie devota e schiva, l’esatto opposto della ”leonessa” Hillary Clinton. [...]» (Ennio Caretto, ”Corriere della Sera” 15/2/2005) • «La maestrina e bibliotecaria del Texas che nei sondaggi d’opinione ha superato la popolarità di Jackie Kennedy, la più amata delle inquiline della Casa Bianca, pur essendo così diversa da quelle che l’hanno preceduta. Dalle stragi dell’11 settembre, una data che resterà come uno spartiacque nella storia americana, si è trasformata nella consolatrice del Paese, la sua healer (guaritrice) come la chiamano i repubblicani. Alla moglie schiva e apolitica che il giorno delle nozze fece promettere al marito di non costringerla a tenere discorsi elettorali, è subentrata una figura pubblica, un leader. Il suo messaggio ai cittadini spaventati dagli attentati e dal conflitto è confortante: il peggio è passato, l’America ce la farà. […] La metamorfosi incominciò la mattina delle stragi. Quel martedì, lei si trovava al Senato per testimoniare sulla riforma della scuola alla Commissione per l’istruzione, presieduta dal senatore Edward Kennedy. Prima che il servizio segreto la portasse via chiese al Paese, facendo violenza su se stessa, di pregare per le vittime e di essere forte. I giorni successivi si presentò in tv invitando i genitori ad aiutare i bambini a scacciare le paure provocate dalle tremende immagini di Manhattan. L’America scoprì la sua umanità e il suo coraggio di madre: nel momento del bisogno vide in lei, ancora prima che nel presidente, un taumaturgo. Da allora, ha acquistato rilevanza politica. La Casa Bianca le ha affidato la difesa delle donne e dei bimbi afghani, principali vittime dei talebani, e dei diritti umani. [...] Senza volerlo, oggi la first lady rappresenta un contrappeso al presidente. Il terrorismo ha segnato la svolta più importante della loro vita pubblica, assegnando a lui il ruolo di dio della guerra e a lei quello di dea della pace. George è il guerriero che bombarda i talebani, che promette di prendere Bin Laden ”vivo e morto” (’minaccia da cow boy” lo richiamò lei), che autorizza tribunali militari segreti contro i terroristi […] Laura è la crocerossina che cura le ferite, il volto solidale dell’America, in casa e fuori. Il presidente, che ama i soprannomi e la chiama scherzosamente first, la considera il suo asso nella manica. Intende fare perno su di lei per ricucire i rapporti con l’Islam. Laura Bush, l’oratrice riluttante, è l’unica first lady che abbia rivolto alla radio un appello alla nazione e al mondo» (Ennio Caretto, ”Corriere della Sera” 1/12/2001) • «Raccontata nelle biografie ufficiali come maniaca dell’ordine tanto da aver trasferito sul pc gli interni degli armadi, della puntualità [...] non ama raccontarsi ai gioonali. Secondo i suoi avversari teme che le chiedano ancora di quell’incidente stradale in cui, diciassettenne, provocò la morte di un suo amico» (Barbara Palombelli, ”Corriere della Sera” 19/1/2001).