varie, 15 febbraio 2002
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BUTTON Jenson Frome (Gran Bretagna) 19 gennaio 1980. Pilota di Formula 1. Campione del mondo 2009 su Brawn-Mercedes
BUTTON Jenson Frome (Gran Bretagna) 19 gennaio 1980. Pilota di Formula 1. Campione del mondo 2009 su Brawn-Mercedes. Nel 2010 alla McLaren • Nei kart dal 1989 al ”97, anno in cui diventò il più giovane campione europeo di Super A e si aggiudicò a Suzuka il Memorial Ayrton Senna. L’anno dopo il debutto in F. Ford: vinse il campionato nazionale e fu 2° in quello europeo e nel tradizionale Festival di Brands Hatch. Cosa che gli fruttò il premio di giovane pilota dell’anno e soprattutto un test con la McLaren F. 1. Nel ”99 fu terzo nella F. 3 inglese. Dopo il divorzio da Zanardi, la Williams nel 2000 lo lanciò in F. 1: dopo la Williams (2000), ha corso con Benetton (2001), Renault (2002), Bar-Hoinda (2003-2005), Honda (2006-2008) • «[...] è la dimostrazione in carne e capelli biondo-rossicci che, nella vita, esiste una seconda possibilità. Non è un predestinato come Hamilton (campione 2008), non è un talento puro come Raikkonen (primo nel 2007), è un bravo ragazzo che ci ha provato tutta la vita, e senza neanche credere troppo in se stesso. [...] una carriera di alti e bassi (grandi risultati nei kart quando sembra la nuova promessa, buon debutto in F1 nel 2000 con la Williams, anni bui in Benetton e Renault, di nuovo bene all’inizio con la Bar e poi tante delusioni con la Honda, Ungheria 2006 a parte) [...] Gli hanno dato del paracarro (copyright Briatore), del taxista, del campione senza qualità [...]» (Arianna Ravelli, ”Corriere della Sera” 19/10/2009) • «Enfant prodige. Così veniva considerato il driver nato nel Somerset. [...] A nove anni vinceva già il British Kart Super Prix. E da allora passava di successo in successo aggiudicandosi anche nel 1995 il campionato kart Ica italiano. Poi era il migliore nella Formula Ford e un terzo posto nella serie britannica di F3 gli consentiva di fare subito un grande salto in avanti, ingaggiato nel 2000 dalla Williams in F1 a soli vent’anni. Una stagione brillante, nella quale il giovane debuttante riusciva quasi a oscurare la stella di Ralf Schumacher. Però c’era qualcosa che non funzionava: cambio di team e passaggio alla Benetton prima e alla Bar nel 2003, dove comunque è stato quasi sempre più veloce e davanti a Jacques Villeneuve. Qualcosa sembrava comunque essersi incrinato. ”Ero stato travolto dalla popolarità - ammette Button, che in mezzo ai piloti della F1 è anche fra i più ammirati dalle ragazze -. Pensavo alle belle case, alle macchine, alle barche. Adesso ho capito che mi devo concentrare sulla guida, nella preparazione psicofisica. Ho commesso errori gravi. Dovevo capire che uno dei segreti di campioni come Schumacher era la concentrazione, la dedizione assoluta a questo mestiere”. [...] Quando lasciò la Williams per andare alla Renault, il pilota inglese mantenne un accordo con la sua prima squadra. Adesso si dice che sia sotto esame: se farà bene nel 2004 potrebbe tornare alla Williams nel 2005 per sostituire Juan Pablo Montoya che passerà alla McLaren» (Cristiano Chiavegato, ”La Stampa” 4/2/2004). «Ultimo di quattro fratelli (ha tre sorelle: Natasha, Samantha e Tania) Jenson ha respirato fin da piccolo aria di motori. Papà John, che oggi segue il figlio su tutti i circuiti del Mondiale, in quegli anni infatti, produceva e commerciava kart e motori con il marchio Rocket e negli anni Settanta era stato pilota di rallycross, arrivando secondo in un campionato nazionale e lottando nell’Europeo con il padre di Alexander Wurz, il collaudatore della McLaren. Janson vinse la prima gara di kart disputata a 8 anni, sul bagnato. Da allora seguirono diversi titoli kart, alcuni centrati anche in Italia dove corse con la squadra Birel (1994-95), con il picco di un Europeo nella categoria Super A (1997) che mai aveva festeggiato un vincitore tanto giovane. L’anno dopo il passaggio alle monoposto: Button conquista la F. Ford inglese, il tradizionale Festival di Brands Hatch e a fine stagione il premio di giovane pilota dell’anno messo in palio da McLaren e Autosport (’Arriverà alla F. 1 in tre anni” predisse allora Ron Dennis dopo il test-premio disputato a Silverstone con la McLaren). Nel – 99, poi, una solida stagione nella F. 3 britannica, chiusa al terzo posto, convinse Frank Williams e Patrick Head ad ingaggiarlo al posto di Alex Zanardi, dando il via ad una moda che nelle stagioni successive avrebbe portato in F. 1 giovanissimi come Kimi Raikkonen, Fernando Alondo e Felipe Massa. I 12 punti e l’ottavo posto nel Mondiale ottenuti nell’anno del debutto non bastarono però a garantirgli il posto alla Williams, che aveva già messo sotto contratto Juan Pablo Montoya. Ma già durante quella stagione certi suoi atteggiamenti da star raffreddarono l’entusiasmo di Williams & C. Così passò dalla squadra di Grove alla Benetton che si preparava a diventare Renault, e qui Jenson visse la prima crisi: due soli punti a fine 2001, regolarmente battuto da Giancarlo Fisichella, suo compagno di squadra. Colpa, si sussurrava nell’ambiente, delle mille ragazze che cambiava in continuazione, della barca, della vita a Montecarlo. Nel 2002, al fianco di Trulli, chiuse 7˚ con 14 punti, poi a fine anno il passaggio alla Bar- Honda, compagno di Jacques Villeneuve. ”Quando con David Richards parlavamo di un suo possibile ingaggio, sapevamo cosa aspettarci da lui e oggi posso dire che Jenson ha rispettato le aspettative” dice Geoff Willis, il direttore tecnico della Bar. Voluto fortemente dal manager inglese, Button venne accolto come un nemico da Villeneuve (’Talento? Finora non ha mai dimostrato di essere veloce” lo attaccò Jacques) e fra i due iniziò subito una battaglia di nervi, finita come tutti sanno con l’addio del canadese» (Paolo Ianieri, ”La Gazzetta dello Sport” 24/3/2004).