Varie, 19 febbraio 2002
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BUY Margherita Roma 15 gennaio 1962. Attrice. «La vedova emotivamente bloccata (Il più bel giorno della mia vita), la moglie tradita con un gay (Le fate ignoranti), la borghese repressa alle prese con una storia di sesso improbabile (Controvento), la suora tormentata (Fuori dal mondo), la mamma stroncata da un destino crudele (Incompreso) […] La ragazza tutta ansie e fobie (Maledetto il giorno che t’ho incontrato) che rivelò al grande pubblico il suo sguardo spalancato sul mondo e un talento innegabile. Ma, nello stesso tempo, le cucì addosso l’etichetta di eterna insicura, di donna impacciata, di antidiva timida fino al parossismo, in perenne conflitto con il mondo aggressivo e ultraesibizionista del cinema […] ”Ho sempre lavorato con registi che erano anche amici, o figure di primo piano nella vita privata: come Rubini, Piccioni. Da una parte ne sono orgogliosa, questo fatto mi ha dato una grande sicurezza e mi ha permesso di crescere insieme a persone care […] Non sono stata alle regole imposte dal mio mestiere. La mia ribellione, ieri come oggi, è fare il contrario di quello che la gente si aspetta da me. Sei un’attrice, allora devi andare alle feste: io me ne sono sempre tenuta alla larga, anche a costo di farmi prendere in giro per la mia riservatezza. Devi avere il cosiddetto ”stilista di riferimento”: e io vado in giro vestita come capita, chi se ne frega del look… Devi coltivare la visibilità: ma continuo a rifiutare le ”ospitate” in tv. Un’altra trasgressione che mi sono sempre concessa è dire no al successo facile, alle offerte più scontate”» (Gloria Satta, ”Ciak” maggio 2002). «Per tanto tempo è stata l’icona dell’inquietudine e della fragilità - la Gelsomina - del nuovo cinema italiano anni 80 e 90. […] ”Nel lavoro all’inizio vai avanti senza capire quello che sta succedendo, ti dicono sembri questo o quello ma non è che tu hai in mano la situazione. Io poi non ho proprio coscienza di me, capisco poco le cose che mi succedono. Poi hai delle delusioni, crolli di stima verso te stessa, senti che sei manipolata. E entri in crisi […] Con Fuori dal mondo mi sono finalmente sentita più padrona delle situazioni e soprattutto ho cominciato a divertirmi un po’. Prima non succedeva. Mi è sempre piaciuto il mio lavoro, ma ero poco presente”» (Paolo D’Agostini, ”la Repubblica” 20/4/2003).