Varie, 19 febbraio 2002
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BUZZANCA Lando (Gerlando) Palermo 24 agosto 1935. Attore • «Aveva inventato una frase sgrammaticata che ripeteva a non finire nei suoi varietà al fianco di Delia Scala
BUZZANCA Lando (Gerlando) Palermo 24 agosto 1935. Attore • «Aveva inventato una frase sgrammaticata che ripeteva a non finire nei suoi varietà al fianco di Delia Scala. Quel ”mi vien che ridere” che divenne tormentone negli anni Settanta e che era, ed è ancora oggi, un po’ il suo stato d’animo nei confronti dell’esistenza» (Claudia Carucci, ”La Stampa” 18/2/2001) • Negli anni ha avuto problemi per le sue convinzioni politiche, apertamente di destra: «Il mio grande amore è stato Almirante, ma anche Fini non mi dispiace. [...]» (’La Stampa”, 18/2/2001) • «[...] ”Buzzanca è sempre stato uomo di destra – spiega Buttafuoco -, amico degli Almirante, schierato quando schierarsi era rischioso. Ma innanzitutto è un grande artista, cui Pietro Germi aveva dato dignità di maschera anche se le pagine degli spettacoli l’hanno sempre considerato un caratterista. Carmelo Bene, che aveva fatto l’accademia con lui, ne parlava con ammirazione. Solo i grandi come Buzzanca e Pingitore affrontano l’avanspettacolo, si cimentano con la facilità della risata che è in realtà complicatissima; non a caso Bene preferiva Peppino a Eduardo. [...]”. [...]» (Aldo Cazzullo, ”Corriere della Sera” 29/3/2006) • «[...] Se è vero che il cinema si innamora delle icone, non deve essere stato facile per Lando Buzzanca lasciarsi alle spalle la fama di ”Homo Eroticus” [...] Si era stancato del clichè dell’uomo in cerca di prede femminili, ”pochi anni fa ero a Rio de Janeiro, una ragazza mi ha visto e ha urlato ”Lando Buzzanca o macho italiano!’, capisce? Avevo più di sessanta anni e ancora ero legato a quella icona, a questa età viene un po’ di pudore”. A un certo punto cominciò a rifiutare le parti più imbarazzanti: ”Mi proposero Adamo ed Eva, io e la Fenech dovevamo stare sulla scena nudi con una foglia di fico davanti: era davvero troppo, dissi di no”. Queste rinunce, però, ebbero un prezzo e Buzzanca scomparve. [...]» (Francesco Olivo, ”La Stampa” 11/11/2007) • «Era considerato, quando gli andava bene, un caratterista di rango. Ma Lando Buzzanca [...] è un bravo attore [...] l’ostracismo dell’intellighenzia di sinistra [...] lo rese un fiume senz’acqua per le sue esplosioni spontanee (’Antonioni? Due palle...”), per il suo gallismo machista, bollato come Il merlo maschio dalle eccellenze [...]» (Valerio Cappelli, ”Corriere della Sera” 5/2/2009) • «Nel 2005 era stato duramente attaccato dal Secolo d’Italia: secondo il quotidiano di destra, la fiction ”Mio figlio”, di cui era protagonista, rappresentava in maniera ”troppo normale” gli omosessuali, rischiando di ”legittimare il mondo gay”. All’epoca Lando Buzzanca, nel ruolo di un padre commissario che scopriva e finiva per accettare la ”diversità” del figlio poliziotto, ci era rimasto male: non se l’aspettava di essere criticato proprio dal giornale del suo partito, An. [...] ”Ricevetti pure telefonate anonime: una voce maschile, contraffatta, mi urlava ”a fro...’” [...]» (Emilia Costantini, ”Corriere della Sera" 8/5/2008).