Varie, 19 febbraio 2002
CAGNOTTO Tania
CAGNOTTO Tania Bolzano 15 maggio 1985. Tuffatrice. Figlia di Giorgio. Oro dalla piattaforma agli Europei 2004 e 2008, argento a quelli del 2002; oro nel trampolino da un metro agli Europei 2009, 2010, 2011 bronzo a quelli del 2004 e ai Mondiali 2011; oro nel trampolino 3 metri agli Europei 2009, bronzo ai mondiali 2005, 2007, 2009 e agli Europei 2011; oro nel sincronizzato dai 3 m agli Europei 2009, 2010, 2011 (con Francesca Dallapè), bronzo nel 2002 (con Maria Marconi) e nel 2008 (con Noemi Batki), argento ai Mondiali 2009 (Dallapè) • «Cominciò con i tuffi a 7 anni, poi a 10 fece il suo primo tentativo dalla piattaforma: “Ma solo di piedi, a pennello. E presi una bella botta”. Nel 1999 il primo tuffo di testa dai 10 metri: “Vedevo molti campioni della piattaforma uscire fasciati dalle piscine e avevo paura di farmi male”» (Giorgio Viberti, “La Stampa” 31/7/2002) • «Il primo tuffo lo ha fatto nella vasca dei pesci rossi dell’Acqua Acetosa. Camminava appena. Quel giorno si protese troppo, allungando la manina verso quelle macchie colorate, che guizzavano nell’acqua, e, splash, era finita dentro. “Diventerà una tuffatrice”, disse il papà, dopo averla ripescata. Il primo tuffo vero, però, lo fece a Chianciano, a tre anni. Lì papà allenava i tuffatori. Mamma Carmen l’aveva portata in piscina e Tania, per emulazione, incominciò a tuffarsi dal bordo della vasca, a venti centimetri dall’acqua. […] Parla tre lingue: italiano, tedesco (la mamma, Carmen Casteiner, parla tedesco in casa), inglese (l’ha imparato in un soggiorno di tre mesi a Houston). Nei periodi di allenamento lavora sei ore al giorno: tre al mattino, tre al pomeriggio. Il tuffo richiede un paziente lavoro di bulino. Una gran fatica. Anche se poi dura un secondo e mezzo. Il tempo di un respiro. “Le cinesi lavorano otto ore al giorno. Non c’è una cosa che non va nei loro tuffi. Dalla testa ai piedi sono precisi”, sussurra Tania. La precisione Tania la cerca anche leggendo Italo Calvino, Le lezioni americane. Il suo modello è Sautin, il russo, tra le donne la grande Fu Mingxia» (Claudio Gregori, “La Gazzetta dello Sport” 16/7/2003) • «Due genitori che si occupavano della medesima cosa, e cioè di insegnare (forse convincere) ai bimbi, come buttarsi in uno specchio d’acqua da altezze variabili (tre, cinque, dieci metri), si trovarono alle prese con un problema comune a tanti altri genitori: la prole. La domanda più frequente in casa Cagnotto-Casteiner è: “E a chi la lasciamo, Tania?”. E siccome le baby sitter costano e le nonne talvolta latitano, alla fine Tania si trovò suo malgrado dentro una piscina, usata come parco giochi. “E’ andata così: guardavo papà e mamma, ascoltavo i consigli che davano agli altri bimbi. Per me era tutto un gioco”. Poteva finire altrimenti? Con una mamma campionessa italiana ed un papà medagliato olimpico? “Dopo una certa riluttanza verso l’acqua, devo ammetterlo, giunse il giorno”. Il momento del primo tuffo in quello specchio blu, sotto l’occhio vigile di mamma Carmen. “La storia comincia da quel giorno, che ormai neppure ricordo più”. [...] quel filo di voce che ormai sta diventando il suo marchio. Silenziosa ma tosta, educata ma caparbia. “Io lassù a dieci metri non ci volevo salire. Troppo alta la piattaforma, tutti quelli che salivano lassù avevano un qualcosa di fasciato: polsi, caviglie, ginocchia”. Invece al destino non si comanda. E neppure al dna: “Un giorno mi sento trampolinista, un altro piattaformista”. Come l’umore. Quando Tania ha qualcosa sul groppone scappa in bagno. “E piango: uso ancora le lacrime come quando ero bambina. Mi libero, mi fa bene. I problemi scivolano via e ritorno lucida» (p. ro., “la Repubblica” 11/5/2004).