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 2002  febbraio 19 Martedì calendario

Calloni Egidio

• Busto Arsizio (Varese) 1 dicembre 1952. Ex calciatore. Noto per i gol sbagliati (’callonate”) • «Brera lo chiamò lo sciagurato Egidio, come l’amante della Monaca di Monza, e Beppe Viola gli dedicò alcune memorabili fulminanti battute. Durante una cronaca, per esempio, una volta disse: ”... A due metri dalla porta, completamente solo, Calloni sventa la minaccia...”. [...] Eppure, dando un’occhiata ai numeri, non si ricava l’impressione d’un vero e proprio fallimento: 31 gol in 101 partite con la maglia rossonera sono pur sempre uno score dignitoso. [...] E dire che da giovane segnava come un ossesso nel Verbania, e poi anche nel Varese, dove disputò un’ottima stagione contribuendo a portare la squadra in A. Il Milan da lì lo prese nel 1974/1975, facendo affidamento sui suoi gol (che all’inizio arrivarono copiosi). Ma da un certo punto in poi la triste fama di collezionista di orrori l’avrebbe perseguitato ovunque: a Verona come a Perugia, a Palermo come a Como [...]» (Marco Cavani, ”Guerin Sportivo” 6/5/2003) • «[...] Certi soprannomi di Brera (via Manzoni) attraversano la storia come bolle pontificie. E se ”Rombo di tuono” consegna Riva alla leggenda, ”lo sciagurato Egidio” decretò un’ingiusta fama negativa imperitura. [...] Trentanove gol in serie A e 34 in serie B di cui tre al Milan in una sola partita, in un solo tempo: Palermo-Milan, campionato 1980-’81. Soddisfazioni: ”In settimana il tecnico rossonero, Giacomini, mi sfotteva: ”Si marca da solo’. Gli piazzo la tripletta e lui fa entrare Collovati. Io saluto Fulvio ed esco passando davanti alla panchina. Il dottor Ginko Monti tratteneva gli sghignazzi. ”Grazie mister per aver capito tutto’ dico a Giacomini”. [...] un bellissimo sinistro in Milan-Verona del 22 aprile 1979. ”Verona in vantaggio, gli ho fatto prendere un bel po’ di paura”. Finirà 2-1 per la squadra di lì a poco stellata. Il centravanti però è Stefano Chiodi. ”Lo penso ancora adesso: non è che fosse meglio di me. Quello scudetto potevo vincerlo anch’io anche se ero un giocatore mediocre che ha avuto la fortuna di stare là, ad alto livello”. Sincerità da istintivo. ”Il tiro al volo non lo indirizzi”. Trapattoni lo voleva alla Juve. ”Allora proprio male non ero”. Imitava Giagnoni e veniva giù lo spogliatoio. [...]» (Roberto Perrone, ”Corriere della Sera” 11/2/2005).