19 febbraio 2002
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Calvo Francesca
• . Nata a Torino il 17 maggio 1949, morta ad Alessandria il 30 aprile 2003. Politico. «Primo sindaco leghista in una importante città capoluogo, uno dei primi in Italia eletto direttamente; prima donna sindaco per Alessandria, che fino a lei aveva avuto alla guida socialisti, ininterrottamente, da prima del fascismo [...] ”Tarderà a nascere, se nasce, un altro sindaco così pieno d’avventura”. L’epitaffio è di uno che ufficialmente si è sempre dichiarato suo acerrimo avversario politico (’Per questo non voglio nomi”), ma che alla fine ammette: ”E’ stata importante per la città. Si poteva amare od odiare, non la si poteva ignorare”. La Calvo: la chiamavano così non solo ad Alessandria, omettendo quasi sempre il nome perché quel lungo, estenuante Francesca, non dava il senso della rapidità d’azione e di pensiero, dell’incisiva sbrigatività fino alla durezza, dell’impulsiva capacità di cogliere il nocciolo delle questioni e arrivarci d’impeto. [...] Stilava delibere sulle visite obbligatorie per i bimbi degli immigrati, contro l’accattonaggio, per chiudere la moschea (’Inagibilità”). Ma, grazie anche ai fondi per l’alluvione, promuoveva il rifacimento di vie e piazze, cambiava volto alla città. Il feeling con Bossi, meglio con i bossiani, si ruppe al congresso del ’99. Volarono insulti e botte, picchiato anche il suo vicesindaco Pavanello. Francesca s’infuriò: ”Sono fascisti”. Anche se di lui ammetteva: ”Umberto? Un grande animale politico”. Anche lei lo era. Per questo si capivano e, passata un po’ d’acqua sotto i ponti, tornarono assieme proprio in vista delle elezioni 2002. Il candidato della Lega, Rossi, perse. Ma lei veleggiò verso Roma, nello staff del ministro Castelli. Un altro ministro, Roberto Maroni, che la conobbe bene fin ai tempi dell’alluvione, la ricorda nel necrologio: ”Persona di indimenticabile esempio per tutti noi”» (p.b., ”La Stampa” 1/5/2003).