varie, 19 febbraio 2002
CANTARELLA
CANTARELLA Paolo Varallo Sesia (Vercelli) 4 dicembre 1944. Manager. Ex amministratore delegato della Fiat (1986 -2002), in seguito fu chiamato dal sindaco di Torino Sergio Chiamparino nel consiglio di amministrazione di Iride, la società nata dalla fusione tra Aem Torino e Amga Genova • «In Fiat è stato un quarto di secolo, venticinque anni, che lui stesso ha definito ”meravigliosi”. Nel corso dei quali ha prima riportato il gruppo torinese, grazie alla Punto, al centro del mercato italiano, poi ha rilanciato l’Alfa Romeo e infine è stato il profeta della globalizzazione automobilistica ”inventando” la Palio, la world car per i mercati emergenti. Una carriera tutta nel mondo delle quattro ruote, la sua, almeno fino al 1996, quando dalla guida di Fiat Auto fu proiettato ai vertici della holding. Di famiglia operaia, ingegnere, aveva per forza di cose l’auto nel Dna. E lui stesso ha raccontato come fin da bambino avesse la passione di disegnare pezzi di auto. Non vetture intere, ma portiere, fiancate, ruote. Dopo l’apprendistato in varie aziende dell’indotto, lo sbarco in Fiat nel 1977, nella divisione componenti. E poi l’ascesa quasi irresistibile, che nel 1996 lo portò a essere incluso, unico italiano, nella lista dei 25 top manager mondiali scelti dalla rivista ”Business Week” come simboli del successo. Da amministratore delegato della holding, ha siglato l’acquisizione della Case creando il numero uno mondiale nelle macchine movimento terra. Ed è stato artefice della diversificazione del Lingotto nel ricco business dell’energia con la conquista del gruppo Montedison. Poi la crisi e le dimissioni» (’Corriere della Sera” 11/6/2002) • «Sono come un ragazzo cresciuto in una piccola squadra della propria città con la quale ha vinto tutto ciò che si poteva vincere e poi è diventato allenatore della stessa squadra con la quale ha continuato a vincere. Poi, com’è inevitabile, la squadra non ha più vinto e quindi l’allenatore, per amore, ha fatto un passo indietro. Ecco tutto» (Salvatore Tropea, ”la Repubblica” 12/5/2002).