Varie, 19 febbraio 2002
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Cantona Eric
• Marsiglia (Francia) 24 maggio 1966. Ex calciatore. Terzo nella classifica del Pallone d’Oro 1993, settimo nel 1996, 13º nel 1994 • «[...] ha sempre avuto difficoltà con la sua nazionale. La insultava ancor prima di emigrare, giocava a Marsiglia e già buttava maglie a terra e parole al vento. Si è fatto bandire poi si è innamorato di Platini, tecnico dal 1988 al 1992 e ha trovato un posto fisso in attacco vicino a Papin. Non hanno vinto nulla, nemmeno giocato troppo bene. Platini si è dimesso e Cantona è diventato inglese. Quattro campionati vinti con il Manchester, due Fa Cup, il titolo di giocatore più amato nella storia dei Red Devils, più di George Best e infinitamente più di David Beckham. [...] Cantona adora gli estremismi, ha preso una squalifica di 8 mesi per un entrata a gamba tesa su un tifoso, è famoso per gol e citazioni supponenti [...] Quando si è ritirato i giornali inglesi hanno scritto: ”The King ha cambiato il nostro calcio”. Ed era molto più di una concessione, era un riconoscimento quasi anticostituzionale. Cantona è nato a Parigi, è cresciuto a Marsiglia, ha giocato nell’Auxerre, nell’Om, nel Bordeaux, nel Nimes, ha girato per le strade di Francia ha ereditato la rivalità alimentata dalla guerra dei 100 anni, dalle battaglie coloniali, da Napoleone e ha deciso di stare da un’altra parte. [...]» (Giulia Zonca, ”La Stampa” 19/12/2005). «Attaccante di grandissimo talento, ma anche dotato di forte personalità, irrequieto, pur essendo un serio professionista. Nella seria A francese passa di squadra in squadra, senza mai trovare il giusto approdo e la serenità, che gli manca anche nell’esperienza in nazionale, finché nel 1992 decide di trasferirsi in Inghilterra, accettando la proposta del Leeds United. Dopo soli quattro mesi vince il Campionato inglese e a novembre è ingaggiato dal Manchester United, che con lui conquista nel 1993 il titolo di campione d’Inghilterra, che non aveva più vinto dal 1967. Il 24 gennaio 1995 reagisce con un violento calcio agli insulti di un tifoso del Crystal Palace dopo essere stato espulso dall’arbitro e viene squalificato per otto mesi. Fallito, per l’opposizione dell’allenatore Alex Ferguson, un tentativo di acquisto da parte dell’Inter, rimane nel Manchester United e vince altri due campionati, nel 1996 e nel 1997, quando a soli 31 anni decide di smettere di giocare, nonostante sia l’idolo dei tifosi che lo hanno addirittura soprannominato Diue» (Enciclopedia dello Sport, Treccani). «L’uomo che ha fatto cantare la Marsellaise ai tifosi (notoriamente tosti) del Manchester United. [...] Calciatore-filosofo. [...] ”Quando i gabbiani seguono il peschereccio – disse in una lontana conferenza stampa – è perché credono che le sardine saranno buttate nel mare”. Anche se nessuno aveva la minima idea di che cosa volesse dire, la frase è entrata nella leggenda, tanto da apparire anche su una serie di magliette prodotte a Londra sotto l’etichetta ”Philosophy football”. [...] Nei rari momenti in cui, con la faccia truce ed il collo sempre piegato in su, decideva di esternare, valeva sempre la pena ascoltarlo. Le sue dichiarazioni gnomiche portavano sempre in zone metafisiche del campo: ”Pensiamo al futuro, e lo usiamo per mettere il futuro al sole”. Il giorno che il Manchester United vinse la coppa d’Inghilterra del 1996, sollevò un paradosso matematico dicendo: ”Oggi mi sento metà francese, metà inglese e metà irlandese”. [...] La vita ed i bon mots di Cantona sono finiti in un libro, The meaning of Cantona (Mainstream Publishing, Edinburgh). Scritto da due professori universitari, Terence Blacker e William Donalds, il libro è una presa in giro in salsa postmoderna, che mescola le poche dichiarazioni pubbliche del centravanti con ”conversazioni immaginarie, costruzioni biografiche, narrativamente ricreate da battute che lui avrebbe potuto scambiare con gli altri ragazzi della squadra” per arrivare ad una ”philosophie du parc”. Un esempio: ”Cantona ha dato un contributo alla filosofia degli oggetti sociali. In un mondo privo di qualsiasi forma di vita, l’essere Manchester United – come la musica, la matematica, le regole degli scacchi – non smetterebbe di esistere”. [...] A coronamento del culto alimentato consapevolmente dal suo oggetto, c’è il ritratto fatto da un giovane artista inglese, Michael Brown. Brown ha ridipinto la Resurrezione di Piero della Francesca, sostituendo a quella del Cristo Risorto la testa di Cantona. I soldati che dormono ai piedi del suo sarcofago sono quattro suoi compagni del Manchester United. Dice l’artista: ”Spero che la gente capisca che è un a presa in giro”. Brown l’ha offerto alla National Portrait Gallery di Londra; dopo il loro rifiuto secco, Cantona stesso ha comprato il quadro per 75.000 sterline (circa 200 milioni di lire) [...]» (Lee Marshall, ”diario” 2/7/1997).