varie, 19 febbraio 2002
CAPIROSSI
CAPIROSSI Loris Castel San Pietro (Bologna) 4 aprile 1973. Motociclista. Nel 2009 in MotoGp con la Suzuki. Debuttò nel Motomondiale edizione 1990 classe 125 con la Honda. Dopo 2 stagioni passò alla 250, sempre con la Honda. Nel ”95 il salto nella 500, che lasciò per tre stagioni (’97, ”98 e ”99) per far ritorno alla 250 (i primi due anni con l’Aprilia, il terzo con la Honda). Nel 2000 ritornò alla 500 con la Honda, dal 2002 in MotoGp (Honda, Ducati, Suzuki). Ha vinto tre titoli mondiali: due nella 125 ( Honda) e uno nella 250 (Aprilia). Ha vinto 29 gran premi • «Ricordate Ercolino? Sì, quel pupazzo goffo che qualsiasi colpo ricevesse, un pugno sul naso, una sberla, un calcio nel fondoschiena, si piegava e poi tornava sempre nella posizione originaria? Il paragone non sembri irriverente, ma Loris Capirossi somiglia moltissimo a Ercolino. Nella sua lunghissima carriera di pilota motociclista (ha solo 29 anni, però da 16 corre sulle piste di tutto il mondo) di colpi ne ha ricevuti a centinaia. Ha rischiato la vita più volte, si è fratturato mani e piedi in decine di occasioni, è anche svenuto ai box dal dolore dopo una gara conclusa al terzo posto (accadde ad Assen nel 2000) con quattro fratture nella mano destra. Disavventure di percorso, dice lui. Che in cambio dallo sport, comunque, ha avuto molto: una magnifica casa-castello in Romagna, un appartamento a Montecarlo, soldi, denaro, fama e tre titoli mondiali, tanti quanto Valentino Rossi e solo uno in meno di Max Biaggi. Ecco perchè Loris, di attaccare il casco al chiodo, non ne vuol sentir parlare: ha ancora tante cose da fare, qualche sassolino da togliersi dalle scarpe e soprattutto la voglia di gridare al mondo che si è stufato di essere considerato il terzo nella scala gerarchica del motociclismo italiano. Anche a costo di diventare antipatico, da anni va ripetendo la stessa musica: ”Datemi una moto competitiva e sarò davanti agli altri”. Parole al vento. Anche quest’anno il ritornello è lo stesso: la Honda lo considera solo un ”cliente” e quindi gli affiderà una moto bella, veloce e scattante ma sempre un filo meno bella, veloce e scattante di quella che darà al signor Dajiro Katoh, astro nascente del Sol Levante; una moto distante addirittura anni luce da quella che avrà invece Sua Maestà Valentino Rossi, un bestione a quattro tempi in grado di scavare un fosso tra la lui e tutto il resto della truppa. […] ”Non posso stare a guardare, non mi ritengo inferiore a Katoh, non devo guardare indietro, ma davanti a me”. Contro Rossi e Biaggi, sulla carta, non dovrebbe avere possibilità. ”Ma la moto ha due ruote e in pista accadono tante cose - spiega convinto -. Certo è frustrante partire da outsider, ci sono abituato. Sarà l’ultima volta, lo giuro”. E poichè la resistenza ha un limite ecco che per Capirossi questo sarà l’anno dell’addio alla Honda ”clienti”. Dalla prossima stagione la musica cambierà anche per lui. ”Mi metto sul mercato, sono disponibile. Chi mi vuole si faccia avanti”. Già lo hanno cercato Aprilia e Ducati, ma anche Kawasaki, Bmw e Harley Davidson hanno progetti che potrebbero interessare il piccolo romagnolo: ”Il motociclismo? Non è un lavoro, è una passione: e fino a quando scendo in pista, apro il gas e mi diverto, di qui non mi schioda nessuno. Rassegnatevi, di Capirossi sentirete parlare ancora a lungo”» (Enrico Biondi, ”La Stampa” 26/2/2002).