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 2002  febbraio 19 Martedì calendario

CAPIZZANO

CAPIZZANO Ezio Castrovillari 26 gennaio 1936. Professore di diritto dell’Università d Camerino accusato ad inizio 2002 di garantire alle studentesse la promozione agli esami in cambio di prestazioni sessuali. Processato per concussione, corruzione (per avere chiesto a colleghi dell’ateneo favori per le sue studentesse), violenza sessuale (due le vittime) e peculato. «’Quest’ultimo reato me lo affibbiano per avere usato il divano dello studio per fare l’amore. E pensare che io sono l’unico docente senza telefonino dell’università. E ai convegni portavo gli studenti a mangiare aragoste, pagando di tasca mia”. [...] C’era il ministro Enrico La Loggia, il 15 ottobre 2001, ad inaugurare il suo corso accademico. ”A fare lezioni, per la cattedra Jean Monnet - cattedra europea di cui ero fondatore e titolare - sono venuti in tanti. Luciano Violante, ad esempio, e Antonino Caponnetto. Dopo la mazzata, con mezza Italia che mi indicava come l’orco che seduceva le vergini, il telefono ha squillato poche volte. E nemmeno io ho avuto voglia di farmi sentire. Sarebbe stato d’obbligo parlare di questi fatti, delle ragazze, delle accuse”. Su uno scaffale, diciotto videocassette che mostrano il professore e le studentesse, riprese con una telecamera nascosta sotto la scrivania. ”Me lo hanno chiesto in tanti: perché facevo i film? Ora posso rispondere. Per due motivi. Primo: è come tenere una foto, per un bel ricordo da rivivere. Secondo: se fai l’amore con una studentessa, è meglio stare attenti. Un giorno ti potrebbe ricattare. E invece c’è il filmato, che mostra non atti di violenza ma un amore vero, con le carezze, le parole e tutto il resto. Le cassette me le ha date la procura, in copia. Io sono convinto che proprio lì ci sia la prova provata della mia innocenza. Dovranno guardarle tutte, in tribunale. Ci metteranno una settimana ma debbono guardarle. E dopo il processo debbono restituirmele. Sono mie, riguardano il mio privato e i miei amori”. La Corte dei Conti delle Marche ha chiesto che il professore paghi 100.000 euro per risarcire l’università di Camerino e rimborsare la campagna pubblicitaria dell’ateneo che indicava nel professor Capizzano ”la mela marcia” individuata e buttata via. ”Queste persone che giudicano dovrebbero venire a lezione. Imparerebbero che occorre individuare una relazione fra l’azione e il danno. Le mie cassette erano chiuse a chiave in un armadio. Che danno potevano fare, quando nessuno sapeva che esistessero? Se danno c’è stato, è stato provocato dal ladro che ha rubato le cassette e dal ricettatore che le ha rese pubbliche. Mi sembra elementare [...] Sono conosciuto in tutta Italia: ho inventato la conferenza Stato-Regioni, ho capovolto il Diritto commerciale, dall’impresa ai diritti dei consumatori. Ero famoso e importante, e come tutti avevo una corte attorno. Forse qualcuno mi ha anche usato. Forse quella ragazza che è stata mia amante per anni e poi è riuscita a diventare assistente ha ricevuto qualche vantaggio. Forse alcuni studenti mi seguivano per conoscere le persone importanti che mi frequentavano. Ma su un fatto sono sicuro: non c’è mai stato baratto. Io non ho mai promosso qualcuno non preparato, anche se le raccomandazioni arrivavano da tutti, Procura, Arma dei carabinieri, ministri compresi. Non ho regalato esami: alle studentesse ho insegnato l’etica del sacrificio”. Sorride come un bimbo, quando parla delle ragazze. ”Con loro non ho mai avuto problemi di seduzione. Ma non amo le donne senza dignità: dopo avere avuto una storia d’amore con me, lunga un mese o nove anni, vanno a raccontare che c’è stato l’inganno, che le ho costrette. Questo perché adesso hanno un fidanzato, un marito, un figlio. Un rapporto fa parte della vita. Perché buttarlo via?”» (Jenner Meletti, ”la Repubblica” 19/2/2003).