varie, 19 febbraio 2002
CARDINALE
CARDINALE Claudia Tunisi (Tunisia) 15 aprile 1939. Attrice • «Italiana di nazionalità, tunisina di nascita, e francese di cultura […] ”gli omaggi che hanno voluto dedicarmi danno senso al lavoro che ho compiuto, ma io sono in realtà convinta che certi premi siano oggi dedicati, più che a me, a un cinema che non c’è più, per cui si prova nostalgia. Ma non nego che mi hanno fatto molto piacere l’Orso d’Oro a Berlino, la cerimonia in Portogallo col Presidente della Repubblica, la monografia al Festival di Spoleto. Tuttavia penso che attraverso di me si voglia esprimere un giudizio su un’epoca […] Per molti anni ho avuto il dubbio di non essere preparata a recitare dal vivo. Solo con Visconti ho affrontato film che avevano struttura e modalità un po’ teatrali. Finché due anni fa ho trovato la preziosa guida di Maurizio Scaparro e mi sono decisa a fare prosa, con La Venexiana. Ho superato lo scrupolo dettato dal mio tono di voce […] L’obiettivo, le cineprese e le telecamere sono totalizzanti. Io però trent’ anni fa sono uscita dallo star system, ho lasciato alle mie spalle i contratti che vincolavano la vita, le relazioni, l’aspetto. Ho dato più peso a figli, uomo, casa e interessi. Quello che riconosco, e che mi riguarda solo per il passato, è il fatto che ai nostri giorni la donna tende ad essere una creatura virtuale, un’espressione della pubblicità, della tv. […] Non puoi salire le scale del Festival di Cannes e sentirti arrivato. Io non ho mai dormito la notte, per le varie paure, fin da quando, 17enne, presi parte a un documentario a Tunisi come donna velata […] Io sono concreta, e non mi riconosco nei personaggi alla maniera dell’Actors’ Studio. […] Sono molto attiva, faccio tanto sport, cammino anche per dieci chilometri di seguito lungo la Senna, non ammetto nessun lifting, nessuna maschera […] Come ambasciatrice dell’Unesco trovo che la dignità femminile è appiattita, e ho fatto una proposta-choc: creare una commissione di donne giuriste per rivedere le leggi internazionali scritte dagli uomini. Poi c’è il valore della privacy intellettuale. Io non chiacchiero molto. Scrivo a me stessa, e poi straccio tutto. Nella vita si è anche molto soli. Ma non ignoro ciò che succede agli altri. E’ stato Squitieri, a farmi diventare un po’ parlatrice oltre che ascoltatrice. E dire che io ero una manifestante del ”68. Ma sono nata in Africa. Perciò amo per natura il silenzio e la contemplazione, e so leggere negli occhi”» (Rodolfo Di Gianmarco, ”la Repubblica” 30/7/2002). «Ho vissuto mille vite e mille personaggi. Questa è la cosa meravigliosa dell’attore: vivere tantissimi personaggi. Sono stata nei ghiacci in Russia con Sean Connery, a Palermo per il Gattopardo con Lancaster e Delon, in Amazzonia con Klaus Kinsky e Herzog, in Australia con Alberto Sordi, in Svizzera con Peter Sellers a Petra in Giordania con Benigni, a Milano girando Rocco e i suoi fratelli sempre con Delon; sono stata a Firenze con Belmondo nella Viaccia; a Monument Valley per girare i Professionisti, in Spagna con Rita Haywort e John Wayne […] Mangio poco e non mi piace molto mangiare […] Fumo dappertutto e non mi piacciono le imposizioni […] Detesto la parola nonna. La proibisco a mia nipote Lucilla: mi chiama Claudia» (Alain Elkann, ”La Stampa” 12/12/1999). «Quando studiavo a Cartagine, i ”padri bianchi”, come chiamavamo i missionari, ci hanno insegnato a comprendere l’armonia uomo-natura. La preghiera per me è silenzio e armonia con l’aldilà, anche a Parigi mi piace pregare nelle chiese quando sono vuote. Nei paesi africani, il silenzio, la meditazione sono elementi molto importanti che io fin da piccola ho recepito dentro me stessa e continuo a custodirli gelosamente come un bene prezioso. Ma un altro dono prezioso che ho ricevuto dalla mia terra è il senso di tolleranza verso tutte le razze. In Tunisia, arabi, ebrei, maltesi, siciliani vivevano in armonia, vivevamo gli uni accanto agli altri nelle case, nelle scuole senza nessun problema [...]» (Francesca Pini, ”Sette” n. 18/1997).