Varie, 19 febbraio 2002
CARLUCCI Gabriella
CARLUCCI Gabriella Alghero 28 febbraio 1959. Showgirl. Politica. Eletta alla Camera nel 2001, 2006, 2008 (Forza Italia, Pdl, dal novembre 2011 con l’Udc). Padre militare e madre casalinga. Due lauree: una in Lingue e letterature straniere, l’altra in Storia dell’arte. 1983. Esordio in tv. 1989 Sposa sull’isola di Vulcano, nell’ex villa di Mike Bongiorno, l’attore Gianfranco Jannuzzo, da cui poi divorzierà. 1995. Fonda una casa di moda con diverse linee di abbigliamento, tra cui Gabriella Carlucci Sposa. 1996. Sposa Marco Catelli, avvocato di Frosinone e un anno dopo ha un figlio, Matteo. Appassionata di sport estremi e motori, vanta una partecipazione alla Mille Miglia automobilistica • «[...] mostra da sempre una personalità assai più sanguigna e temeraria di quanto le pur vistose e distorte convenzioni dell’odierna politica lascino immaginare. Per capirsi. Gli elettori di Margherita di Savoia, che nella primavera del 2010 l’hanno votata sindaco, non riescono a dimenticare l’emozione che gli regalò in un autentico cat-fight, nel senso che in campagna elettorale in un albergo [...] si azzuffò davanti a 200 persone con una dei suoi avversari. Che il motivo della tenzone fosse la sorte di una residenza per anziani appare oggi del tutto secondario. Ciò che fa pensare è che il berlusconismo, per anni, sia andato alla ricerca di questi personaggi ad altissimo impatto emotivo, nati e cresciuti prima della prudenza, della pazienza, della modestia, della sobrietà e di qualsiasi altra virtù propagate dalle consuetudini per così dire borghesi. Molto alta, molto taccuta, molto appariscente e determinata, Carlucci è arrivata nel Palazzo direttamente dalla televisione, cioè dallo spettacolo, certo di successo, anzi al massimo consentito (vedi Sanremo), ma nel suo caso alimentato con un sovrappiù di spericolatezza che finiva per la trasportarla quasi in un ambito di circense. Nel suo Tribù spa (Feltrinelli, 2005) Gian Antonio Stella ricostruisce il cursus honorum della responsabile Spettacolo di Forza Italia: “Si è lanciata col paracadute, ha provato il car-crash schiantandosi a cento all’ora su un muro armata solo di cinture e air-bag, ha disceso in gommone rapide da far spavento, si è buttata da un ponte legata a un elastico, si è fatta ipnotizzare da Giucas Casella” [...] Ma l’elenco delle imprese continuava [...] ha anche camminato sui carboni ardenti, ha cavalcato per sei secondi un toro d’Aquitania di 900 chili e provato il brivido di un altro tremendo aggeggio tipo ascensore che però va giù in caduta libera per 100 metri prima di essere riacciuffato a un attimo dallo sfracello. Aveva anche fatto richiesta di andare sulla luna, superando tutti i test attitudinali della Nasa. Questo genere di prestazioni, per il casting politico di Berlusconi, era fondamentale ai fini. Poi sì, certo, a Montecitorio era tutta un’altra vita. Con la sua Porsche cabriolet ’onorevole Carlucci aveva più modestamente speronato un autobus su via del Tritone, e accumulato una serie di controversie sempre di natura automobilistica con i vigili, posteggi, multe. [...]» (Filippo Ceccarelli, “la Repubblica” 7/11/2011) • «Si muove a tutto campo. Dietro i tacchi a spillo c’è un’agguerrita professionista decisa a far girare a mille le sue molteplici attività: donna di spettacolo, manager di se stessa e politica ambiziosa. Dama di cuore e di denari. [...] Da quando è stata eletta in Parlamento non ha mai interrotto la sua tournée nelle regioni meridionali. Anzi, tra la conduzione di una serata musicale e la presentazione di una sfilata di moda, sembra aver intensificato le sue presenze» (Marco Damilano, “L’espresso” 22/8/2002) • «Natura, alimentazione ed ecologia sono solo tre dei 100 e passa interessi della Carlucci che, nel disperato tentativo di conquistarsi una ribalta stabile, in 20 anni di piccolo schermo è passata dal reportage turistico alle prove estreme, dall’enologia all’alta moda, fino allo sport e la politica. [...] Poco più che ventenne, Gabriella esordisce in tv come inviata di Portobello. A parte una parentesi dovuta a un brutto incidente stradale, da quel momento non si ferma più. È uno di quei personaggi che per numero di ore di televisione sfida Raffaella Carrà, ma di cui si stenta a ricordare un programma. Riesce perfino a presentare due edizioni del Festival di Sanremo negli anni più bui della kermesse, prima che Baudo la facesse risorgere: nel 1988 a fianco di Miguel Bosè, e nel ’90 con Johnny Dorelli. Ma per una show-girl così poliedrica, le canzoni non sono tutto. C’è anche il talk-show (Il diavolo e l’acqua santa con don Mazzi), la moda (Atelier), il game-show (Quizzone), i concorsi di bellezza (Il più bello d’Italia), la cultura (L’Italia delle meraviglie), il varietà in tutte le sue forme (da Piccolo grande amore a Luna di miele, “perché il varietà”, disse Carlo Fuscagni, forlaniano direttore di Raiuno al tramonto della prima Repubblica, “ha bisogno di idee e volti nuovi"), l’appuntamento importante (la serata del Festival di Venezia). Oggi che la seconda Carlucci è responsabile del Dipartimento spettacoli e beni culturali di Forza Italia (per investitura diretta del Cavaliere nel ’99), ama ricordare i suoi successi. Ma per la verità in tv i suoi programmi quasi mai sono stati campioni d’ascolto. Tutt’altro: gli infortuni sono stati diversi. Piccolo grande amore (filmini e ricordi di presunti Vip sui loro primi amori) è stato chiuso in anticipo nel disinteresse generale, e Serata a sorpresa cancellato prima ancora di partire dal pur ben disposto direttore socialista di Raidue, Giampaolo Sodano. Anche quando è andata meglio, come nel 1994-95 per l’edizione di Buona domenica con Gerry Scotti, non è esattamente per la qualità del prodotto che ci si ricorda della Carlucci. Anzi, le sue sfide estreme, i suoi lanci con l’elastico, il car bowling (lanciarsi con un’auto a 100 all’ora contro un’altra messa in verticale facendola saltare come un birillo), il trascinamento da una macchina in corsa (con svenimento finale), sono considerati tra le più convincenti espressioni della stagione della tv spazzatura. L’esuberanza, il presenzialismo e quello che il suo secondo marito, Marco Catelli, ha definito “entusiasmo contagioso”, le hanno giocato brutti scherzi. Come quando, insaziabile sperimentatrice di sensazioni forti, dopo aver resistito solo sei secondi in groppa a Francois, un toro d’Aquitania di 900 chili, cadde procurandosi una contusione e uno stiramento. O quando, a Cortina, aggredì due fotografi che l’avevano immortalata durante una caduta: processo e condanna per furto del rullino con pagamento di una multa di due milioni. O ancora quando, neostilista, presentò in anticipo sul calendario la sua collezione in galleria a Milano, ma un esposto la costrinse a ridurre spazi e scenografia e pagare una sanzione. Fece anche pubblica ammenda per l’organizzazione carente dopo aver presentato la collezione a un pubblico di passanti distratti, mentre giornalisti e operatori non riuscivano a vedere nulla. Ora che con Ombretta Colli, Cesare Cadeo e Iva Zanicchi è uno dei quattro moschettieri dello spettacolo di Forza Italia, la sfida estrema è diventata evitare il ridicolo. Ma dopo le accuse di “pressappochismo” alla Galleria nazionale d’arte moderna per aver subito il furto di un Van Gogh e di un Cézanne, e il tentativo di far elaborare una proposta di legge per la diminuzione delle tasse alla gente di spettacolo, l’ impresa appare disperata. Si è lanciata anche in quella specie di recita privata, in casa di Berlusconi a via del Plebiscito a Roma, centrata sulla pièce Per non dimenticare, tratta dal Libro nero del comunismo. In platea, oltre a Berlusconi, ad applaudire c’erano Sergio Japino ed Enrico Beruschi. Come dire: la crema» (Pier Paolo Giano, “L’espresso” 26/4/2001).