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 2002  febbraio 19 Martedì calendario

CASIMIRRI

CASIMIRRI Alessio Roma 1951. Terrorista. L’ultimo brigatista latitante del commando che rapì Aldo Moro. Dopo essere stato a Cuba e in Libia, dal 1983 è in Nicaragua • «A parlare di Casimirri come componente del commando via Fani furono Morucci e Adriana Faranda: i due br dissidenti decisero di dissociarsi con un documento in cui per la prima volta indicavano solo con le sigle i nomi di 2 terroristi mai comparsi prima, cioè A.C (Alessio Casimirri) e A.L. (Alvaro Loiacono)» (’la Repubblica”. 30/11/2001) • « diventato l’uomo del mistero. [...] Ha avuto rapporti proficui con i servizi segreti. Con quelli dell’Est, a suo tempo, tra il 1981 e il 1982, essendo fuggito in Centroamerica dall’Italia passando per Parigi e poi Mosca. Si favoleggia anche di una sosta a Cuba prima di essere fraternamente accolto dal rivoluzionario Daniel Ortega a Managua. Ma l’ex terrorista ha stretto una qualche forma di accordo anche con i nostri servizi segreti. Era il 1993 quando due agenti del Sisde, Mario Fabbri e Carlo Parolisi, lo contattarono nel suo ristorante ”Magica Roma”, locale alla moda nel centro della capitale nicaraguense. Il risultato si vide qualche mese dopo: quando la magistratura romana poté impiantare il cosiddetto Moro quinquies, il quinto processo sul delitto Moro, a carico di due soli imputati. Si chiamavano Germano Maccari e Raimondo Etro. I nomi li aveva fatti Casimirri. Che le cose siano andate così, lo ha raccontato un direttore del Sisde, il prefetto Vittorio Stelo, incalzato in Parlamento dalle domande dei commissari della Stragi. Era il 25 novembre 1998. ”Fabbri e Parolisi - rispose il prefetto a uno specifico quesito - si recarono in Nicaragua su autorizzazione del direttore dell’epoca e, se ben ricordo, sentito anche il pubblico ministero Ionta che conduceva le indagini, il quale sostenne che, non essendoci trattato di estradizione, non sarebbe stato illegale l’incontro con il Casimirri, soprattutto se finalizzato ad accertare elementi di conoscenza del fatto Moro. Le indicazioni che trassero da questo incontro furono comunque riferite al ministero dell’Interno, al Dipartimento della pubblica sicurezza e al Cesis; inoltre vennero acquisite anche dal magistrato. Tali indicazioni concernevano la dinamica del fatto Moro e l’individuazione di alcuni terroristi, Maccari ed Etro”. [...]» (’La Stampa” 19/1/2004).