Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  febbraio 19 Martedì calendario

CECCHETTO

CECCHETTO Claudio Ceggia (Venezia) 19 aprile 1952. Dee jay. Presentatore tv. «Archimede Pitagorico dell’etere italiano, talent-scout che ha sulla coscienza le carriere di Jovanotti, degli 883, di Fiorello e di tanti altri» (Marinella Venegoni). «A 18 anni suonava la batteria e faceva il disc-jockey in alcuni locali dell’hinterland veneziano, finché è approdato al ”Divina” (discoteca molto in voga negli anni ”70 a Milano) dove ha cominciato a farsi conoscere. Nel 1975 ha lavorato per l’allora unica radio privata milanese, Radio Milano International [...] Ha debuttato in tv nel 1978 a Telemilano con la rubrica musicale Chewing-gum, trampolino di lancio verso la Rai dove ha condotto Scacco matto (1980), Discoring (1980), Fantastico 2 (1981) e tre edizioni del Festival di Sanremo (1980, 1981, 1982). Si è trasferito quindi in Finivest [...] Forte dell’esperienza e del successo televisivi, si è lanciato nel progetto di una radio privata, Radio Dee-jay, che trasmetteva 24 ore al giorno musica dance. Negli anni successivi l’attività di presentatore ha lasciato sempre più spazio a quella di scopritore e produttore di nuovi talenti musicali (da Jovanotti a Fiorello) [...]» (Televisione, a cura di Aldo Grasso, Garzanti 2002). «1981, che anno. Ha il triste privilegio di mettere la sua firma su alcune delle pagine più brutte della nostra storia. L’81 è l’anno dell’attentato di Alì Agca a Papa Woytjla, è soprattutto l’anno dello scandalo P2, della morte del finanziere Michele Sindona, dell’arresto di Roberto Calvi, presidente del Banco Ambrosiano [...] Ma gli italiani sono un popolo forte (o sconsiderato secondo alcuni) che non si piega di fronte alle avversità e proprio in quel 1981 spuntano i germogli di un decennio tra i più mondani e scintillanti e di una moda, l’allegro e spensierato karaoke, che presto lancerà la stella di Fiorello. Così, paradossalmente, avvenne che la colonna sonora di quell’anno così sfortunato fu il fanciullesco Gioca Jouer. Quel motivetto che ricordava una tarantella e sul quale Cecchetto invitata a fare determinate mosse (sul retro della copertina del singolo c’erano le illustrazioni) tipo ”dormire”, ”ballare”, ”nuotare”… Quel motivetto che ancor oggi si fa stracantare nei villaggi vacanze di mezz’Italia ed è la hit indiscussa delle ”baby dance”. [...] ”In verità l’idea per quella canzone mi venne l’anno prima. Conducevo Scaccomatto in tv con Pippo Franco e Laura Troschel. Alla fine della puntata dovevo ballare e per farlo imparavo a memoria i passi che mi insegnava il coreografo. Da lì all’idea di fare un disco dove ripetevo in maniera cadenzata i comandi di una coreografia è stato un attimo. La bomba fu quando mi chiesero di presentare il Festival di Sanremo. Feci sentire il Gioca Jouer al patron Ravera. Disse subito che il pezzo era troppo divertente e poteva fare da sigla alle tre serate tv. Non sto neanche a raccontarlo. Ero al settimo cielo. 500mila copie vendute solo in Italia, l’allora presidente della Fonit Cetra (quel Carlo Fontana che sarebbe diventato il sovrintendente del teatro La Scala) che mi faceva i complimenti, l’esportazione del pezzo in Argentina e addirittura gli inglesi che fecero una cover arrivata poi al numero 25 della difficilissima classifica UK. In Inghilterra il Gioca Jouer fu ricantato dai Black Lace e il titolo fu cambiato in Superman. Una maranzata che al confronto l’originale era un brano di musica classica. In ogni caso, e lo dico magari esagerando un po’, alla fine di quel 1981 dissi a me stesso: ”Be’ adesso posso anche morire’. Gli obiettivi che volevo raggiungere nello spettacolo li avevo toccati con mano”. [...] da lì a qualche anno avrebbe scoperto e lanciato nell’ordine: Gerry Scotti, Jovanotti, Fiorello, Amadeus, 883, Fabio Volo, DJ Francesco… avrebbe fondato Radio DeeJay, Deejay Television … [...] ”Non voglio dimenticare Leonardo Pieraccioni che faceva il magazziniere in Toscana e lo volli portare a Milano a tutti i costi per farlo lavorare a DeeJay television. Era forte e lo avevo capito. Certo, a lui va il merito di aver cominciato subito a camminare con le sue gambe ma, e lo dice spesso nelle interviste, se non fosse stato per me… [...] sono felicissimo quando i personaggi che ho aiutato a mettere la testa fuori dalla massa spiccano il volo. Significa che avevo visto giusto e fino ad ora è stato così [...]”» (Luca Dondoni, ”La Stampa” 24/8/2005).