Varie, 19 febbraio 2002
CECCHI
CECCHI Carlo Firenze 25 gennaio 1939. Attore. «Dopo Eduardo De Filippo, che ha saputo dirgli ”recita in napoletano” e liberarlo dal peso delle scuole (esordì con lui e i suoi primi passi di attore-regista furono memorabili messinscene delle farse di Petito), è tra il sodalizio con e Elsa Morante e [...] quello con Garboli che il teatro di Cecchi si è evoluto. ”Elsa aveva una sensibilità teatrale gigantesca. Era la mia consulente principale e mi ha assistito nel passaggio da Petito a Brecht, Majakovskij, Bückner, quando le influenze che subivo erano soprattutto dell’avanguardia russa, Mejerchold, Vachtangov, e prima che arrivassi ai tre moderni che ho rappresentato di più, Beckett, Pinter e Bernhard. Ma era lei a insistere perché facessi Amleto. Diceva: ”Il fatto stesso che resisti così tanto vuol dire che in realtà è quello che vuoi fare e che però ti fa paura fare’. Ad Amleto sono arrivato timidamente grazie alla traduzione di Garboli, che già mi aveva indirizzato verso Molière. Fu lui a spingermi verso Il borghese gentiluomo, ”Guarda che Molière non è quello che ti hanno insegnato all’Accademia’ mi diceva. Dal Borghese gentiluomo in poi, una rivelazione. Ma anche Shakespeare... è un tale piacere fare Shakespeare! E l’attore deve pur godere, no? [...]”» (Goffredo Fofi, ”Panorama” 19/8/1999).