Varie, 19 febbraio 2002
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Celli Pier
• Luigi Verrucchio (Rimini) 8 luglio 1942. Manager. Direttore generale della Luiss (dal 2005). Ex direttore generale della Rai (’98-2001, si è dimesso con una lettera di tre righe. Motivo: lo scontro con stampa cattolica, Ulivo, Iri). Laureato in sociologia, è stato direttore provinciale per la formazione dell’Enaip del Trentino Alto Adige e, dal 1974 al 1978, ha ricoperto lo stesso incarico alla provincia autonoma di Bolzano. Entrato nel gruppo Eni nel 1978, ha ricoperto incarichi di marketing, formazione manageriale, organizzazione e sistemi • «Di sé ha scritto: ”Amava il silenzio più delle parole, facendo di mestiere il tagliagole”, e ha trovato pure chi glielo pubblicasse: Sellerio. E allora, altre parole in attesa di editore: ”Ha studiato dai salesiani, per questo taglia solo teste e mani, se avesse studiato dai mormoni, taglierebbe persino i coglioni”. ”Ha cominciato all’Eni, poi all’Enel, all’Olivetti, quelli che l’hanno assunto siano maledetti. Tra i suoi padroni c’era anche De Benedetti, che inseguiva Calvi su per i tetti”. ”Dicono sia amico di Franco Bassanini, Franco Tatò e Chicco Testa, ti immagini quando si riuniscono che allegra festa”. ”Con quella barba rossa uno pensa: ando’ vai, e invece, guardate, è arrivato fino alla Rai. Lì è divenuto il direttore generale, i giornalisti lo temono come le burbe il caporale”. ”Ha scoperto lo scandalo delle note spese gonfiate, ma non si è ancora accorto delle poltrone lottizzate”. ”L’ultima testa che ha tagliato è quella di Nuccio Fava, mentre lo decapitava al Tg3 usciva la bava”. – un cattolico e per questo è favorito, non ha bisogno di tessere di partito”. ”Eppure su questa terra un giorno nascerà, qualcuno che senza pietà lo licenzierà”» (’Corriere della Sera” 13/1/2001). Vedi anche: Claudio Sabelli Fioretti, ”Sette” n. 46/1999.