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 2002  febbraio 19 Martedì calendario

CERNOMYRDIN Viktor (Chernomyrdin, Chernomirdin) Chernyottrog (Russia) 9 aprile 1938, Mosca (Russia) 3 novembre 2010

CERNOMYRDIN Viktor (Chernomyrdin, Chernomirdin) Chernyottrog (Russia) 9 aprile 1938, Mosca (Russia) 3 novembre 2010. Politico. Dal 1978 al 1983 responsabile dell’industria pesante nel Pcus. Dal 1985 al 1989 ministro dell’Industria petrolifera e del gas. Dal 1989 al 1992 presidente di Gazprom. Dal 1992 al 1998 primo ministro • «Per cinque anni, nel periodo più critico delle riforme economiche e politiche volute da Boris Eltsin è stato alla guida del governo russo. Travolto dal crac finanziario [...] Abile negoziatore, tecnocrate che ha fatto carriera nel Pcus, inviso ai giovani rampanti del potere moscovita, ma conosciuto e stimato in Occidente e nelle istituzioni finanziarie internazionali [...]» (Francesco Bigazzi, “Panorama” 11/3/1999) • «Dicono che non ha nemici perché l’uomo della Provvidenza, per essere tale, deve piacere a tutti. Esagerazioni. In realtà di Viktor Cernomyrdin si parla spesso con sarcasmo, per via del suo palese disagio a spiegarsi pubblicamente; con sospettosa diffidenza, perché non si capisce come sia riuscito a sopravvivere politicamente sotto Krusciov, Breznev, Cernienko, Andropov, Gorbaciov e Eltsin, sempre accrescendo la sua quota di potere; e infine con malcelata invidia, dal momento che, seppure non risulta abbia mai avviato un’attività economica privata, si dice sia uno degli uomini più ricchi della Federazione, grazie agli appannaggi ricevuti come boss di Gazprom, il gigante energetico su cui, anche dopo il balzo in politica, è riuscito a mantenere un certo controllo. In questo senso Cernomyrdin appartiene a pieno titolo anche lui al club degli oligarchi, i sette o otto super-manager russi che, approfittando delle privatizzazioni, sono passati dal nulla alle classifiche degli uomini più ricchi del mondo. Con la differenza che Viktor Stepanovic è rimasto fedele all’ ambiente industriale statale che l’ha partorito e non ha mai tradito la nomenklatura del Pcus da cui proviene. [...] Cernomyrdin non può in alcun modo esser scambiato per un coraggioso riformista, ne per un estimatore della componente liberale dello schieramento politico. Ci ha saputo convivere, questo sì, coi riformatori, ma spesso contrastandoli in una lotta sotterranea. Come quella, contro i suoi due vice Cjubais e Nemtsov che Eltsin gli piazzò ai fianchi per ridimensionarne il peso, nella fase finale del suo lungo mandato, alla guida del governo. Alla testa del governo, d’altronde, Cernomyrdin è stato sempre chiamato nelle vesti e con il compito del “normalizzatore”, del frenatore incaricato di rimediare agli “errori” dei giovani riformatori. Così accadde nel ’92, quando subentrò al liberal Gajdar, il teorico della desovietizzazione attraverso una “terapia da shock”, impopolare e non gradita. [...] nel suo aspetto esterno, non sembra esser mai stato tentato da un tocco di colore, da un pizzico di originalità. È l’uomo in grigio, il sacerdote anonimo di un potere che non ama brillare. Ma non si può dire che queste caratteristiche ubbidiscano all’immagine ideale che i russi hanno del Capo dello Stato, se è vero che i sondaggi ne segnalano stabilmente l’indice di gradimento al 3 per cento. Come capo del governo apparentemente più stabile che la Russia post-sovietica abbia avuto, Cernomyrdin s’è reso presto famoso per i suoi lapsus. Forse perché, da vero uomo di potere, è portato a dare più peso ai fatti che alle parole. Resta famoso un giudizio sul suo stesso operato: “Abbiamo fatto del nostro meglio, ma il risultato è stato il solito”. Era serio, ma quando ha cercato di fare lo spiritoso l’effetto non è stato molto diverso. Il suo ministro delle Finanze concluse un giorno la sua relazione ammonendo che non si poteva “tagliare la testa alla gallina dalle uova d’oro”. Lui intervenne dicendo: “In questa sala sono in molti ad avere le uova d’ oro”. In russo per dire uova e testicoli si usa la stessa parola. Nonostante tutto, però, Vikotr Cernomyrdin ha saputo costruirsi una solida base di potere. Da modesto operaio in una fabbrica degli Urali, alla laurea in ingegneria, ai primi passi nelle organizzazioni di partito, la sua vita è stato un lento macinare chilometri e posizioni. Fino a [...] quando Eltsin, improvvisamente gli bruciò l’erba sotto ai piedi, proprio mentre Cernomyrdin s’apprestava a spiccare il salto verso il Cremlino. [...]» (a. s., “la Repubblica” 25/8/1998).