Varie, 19 febbraio 2002
CHAMPA
CHAMPA Jo (Jo Ciampa) New York (Stati Uniti) 23 gennaio 1968. Attrice • «Bellissima e sensuale, immortalata dall’obiettivo dei più grandi fotografi come Helmut Newton, e interprete scelta da registi come Ettore Scola, Massimo Troisi e Bernardo Bertolucci, non solo è tra le attrici italo-americane più amate negli Stati Uniti, ma, grazie al suo charme unico e alla sua naturale eleganza, è considerata ambasciatrice e protagonista dell moda italiana a Hollywood [...] Figlia di un cardiochirurgo italiano e di una giornalista americana [...]» (T. M., ”Chi” 18/7/2001) • «[...] bellezza non convenzionale, non patinata, certo non alla ”Playboy”. [...] ”[...] a 15 anni, facevo il liceo, ho cominciato a sfilare a Roma per gioco. Mi piace come fatto di cultura, non di trend. Newton diceva che i paparazzi più bravi dovrebbero andare a vedere i musei del mondo per imparare da dove gli artisti facevano entrare la luce... E così gli stilisti dovrebbero conoscere la sartoria e sapere come s’è vestita l’umanità dalle caverne a oggi”. Jo non è diventata una top, ha fatto qualche film, ha detto qualche ”no”... [...] ”Papà, chirurgo cardio-toracico-vascolare, calabrese, e mamma, americana, ex giornalista [...] non ci tenevano affatto. Speravano che diventassi medico. Non a caso quando ho fatto l’attrice mio padre ha voluto che cambiassi il nome da Ciampa in Champa. Poi hanno divorziato, avevo 14 anni [...] Sono nata in America, da bambina sono venuta in Italia. prima in Calabria, due anni, dove mio padre, un po’ alla Robin Hood, ha donato quel che sapeva... Poi a Roma, poi la separazione, poi di nuovo gli States”. E l’incontro con l’uomo che le ha cambiato la vita, Joe Farrell, ”un sofisticato intellettuale nwyorkese”, ma soprattutto un 60enne considerato uno dei re di Los Angeles. ”Pur essendo un democratico liberale ha lavorato anni con i Rockefeller nelle loro fondazioni artistiche, ha lavorato a Washington con il governo [...] lavorava per i presidenti, per farli eleggere... uno molto calmo, una roccia. [...] i miei ricordi più belli sono La famiglia di Ettore Scola e Le vie del Signore sono finite con Massimo Troisi” [...]» (Stefano Jesurum, ”Sette” n. 44/1999) • «[...] Molte mie colleghe inseguono il sogno americano. La mia situazione, invece, è diversa: sono nata a New York e la mia madrelingua è l’inglese. Mia madre è americana e papà, calabrese, voleva tornare alle radici. Culturalmente ed emotivamente mi sento italiana [...] Una frase di mio padre: ”Voglio ridare ciò che ho ricevuto”. E lui, medico cardiotoracico vascolare, per due anni operò gratis nel suo paese vicino Catanzaro. [...] per me in America andare in paese voleva dire il tennis, la piscina, Long Beach. Mi ritrovai tra le donne vestite di nero, gli asinelli... [...]» (Valerio Cappelli, ”TvSette” n. 3/1998).