Varie, 19 febbraio 2002
CHIAROMONTE Franca
CHIAROMONTE Franca Napoli 6 gennaio 1957. Politico. Eletta alla Camera nel 1994, 2001, 2006, al Senato nel 2008 (Pds, Ds, Pd). Laureata in Filosofia, giornalista, tra le fondatrici di “Emily”, associazione per la promozione delle donne in politica, è figlia di Gerardo, politico e giornalista napoletano eletto per la prima volta deputato nel 1963 (dal 1972 al 1975 fu direttore di Rinascita; vice di Berlinguer, nel 1983 fu eletto capogruppo dei senatori comunisti, carica che conservò sino al 1986, quando assunse la guida dell’Unità) • «[...] per gli amici Franchina: l’hanno ribattezzata così quasi per esorcizzarne la carica propulsiva [...] ha studiato i sacri testi del femminismo e si è confrontata per anni con le teorie di Luce Irigaray e Luisa Muraro [...] una fedelissima di lungo corso della sinistra - prima nel Pci e poi nei Ds dove è tra l’altro responsabile della commissione cultura [...] una che ogni tanto alza la testa e quando meno te lo aspetti dice, parafrasando Bernardo Bertolucci, “io penso da sola”. Laureata in filosofia del linguaggio - ha in parte preso il carattere di papà Gerardo, dirigente-gentiluomo (del Pci e del Pds), con occhialoni e spesse lenti a fondo di bottiglia, capocorrente dei miglioristi degli anni Settanta - [...] di nomignolo ne ha anche un altro: “l’ultima dei mohicani”. Temperamento tranquillo, se non la pungoli non ha la vocazione della pasionaria o della mohicana bensì quella, che le ha insegnato suo padre, della ragionata coerenza, in linea con la tradizione familiare “né giacobina né moralista”. [...] ricciolina - sempre contenuta ed elegante con chicchissime scarpe (rigorosamente spianate), filo di perle e colori vivaci [...]» (Mirella Serri, “Sette” n. 43/2002) • «[...] figlia di quel Gerardo che fu numero due del Pci ai tempi di Enrico Berlinguer, è una delle fondatrici di Emily, l’associazione che vorrebbe insegnare alle donne a farsi largo nella giungla della politica. [...] “Io vengo definita di estrema destra. Ho votato la mozione Fassino, firmandola all’ultimo minuto. Pago dei prezzi ma non voglio essere schierata. Mi diverte di più stare con quelli che la pensano in maniera diversa. Frequentare persone che non la pensano come te è un anticorpo serio per non diventare voltagabbana. A me capita spessissimo in qualche cena con commensali di sinistra di dover premettere: ‘Io non sto con Berlusconi, ma...’ [...] Io non dimentico che in Parlamento sono da una parte. Tuttavia essere costretti continuamente a dire le proprie idee, anche a costo di scazzi, aiuta a rimanere coerenti [...] Sono abbastanza certa che resto da questa parte. Ho un cognome da rispettare [...] Ogni giorno faccio i conti con le sciocchezze della sinistra. Ma non per questo me ne vado. Sarò sempre minoritaria. E rompiscatole [...] Odio il moralismo. Ma io parlo di etica pubblica. Posso perfino capire le ragioni personali di chi non paga le tasse. Ma dal punto di vista del rapporto tra il cittadino e lo Stato chi non paga le tasse è un criminale [...] Sono nata a Napoli, scuola privata, i primi due anni. Giocavo a pallone coi maschi, tifavo per l’Inter, il mio mito era Mazzola. Poi Roma. Vita di strada ma anche lezioni di pianoforte. Amici? Molti figli di funzionari del Pci. Un bel gruppo. Andavamo tutti ai campeggi dell’Ymca, perché i comunisti non potevano mandare i figli dagli scout cattolici [...] C’erano Iolanda Bufalini, Pietro Reichlin..., ma anche gente di non stretta osservanza comunista [...] Ero un membro della segretaria. E sono andata in minoranza. Avevo tutti contro, tranne Barbara Pollastrini e Morando” [...]» (Claudio Sabelli Fioretti, “Sette” n. 14/2003).