Varie, 19 febbraio 2002
CISNETTO Enrico
CISNETTO Enrico Genova 23 maggio 1955. Giornalista • «Per il sito Dagospia sono i Cisnetto’s, la cui fama ha oscurato quella dei televisivi Soprano’s. Enrico e Iole Cisnetto, marito e moglie, coppia inossidabile sin dai tempi dell’Istituto tecnico Einaudi di Genova dove, compagni di banco, si presero per non lasciarsi più, in cinque anni sono riusciti in un’impresa non da poco: trasformare e movimentare l’altezzosa Cortina d’Ampezzo, un po’ soporifera in luglio e agosto, in una sorta di Porta a Porta estivo. La loro creatura “Cortina InConTra” (prima edizione, estate 2002), è lievitata fino a diventare un must estivo [...] per politici, industriali, intellettuali che, orfani di Bruno Vespa, non sanno fare a meno di sedersi su una poltroncina per esternare, dibattere [...] nel 2006, la rassegna, che si svolge sotto una tensostruttura che cambia nome in base allo sponsor (le grandi aziende fanno la fila per essere partner, quello di questa edizione è PalaLexus), ha ospitato 96 eventi, con più di 250 ospiti e 54 mila presenze di pubblico. [...] capita di assistere a momenti memorabili come quando [...] Enrico Mentana ha chiesto al pubblico incredulo: “In cinque anni, oltre alla patente a punti, che cosa ha fatto di buono il governo Berlusconi per gli italiani?” E pensare che, prima di farsi conquistare dai Cisnetto, l’aristocratica Cortina aveva storto il naso al loro arrivo. Lui, tifosissimo della Sampdoria, ha un lunga storia nei giornali. Ex vicedirettore di Panorama, ora fa il “battitore libero” come editorialista politico ed economico per varie testate, dal Messaggero al Foglio, dal suo ufficio di Roma, centralissimo, a pochi metri dalla sede di Bankitalia. Dice: “Stare fuori dai giornali è molto soddisfacente e redditizio come immagine, peso politico, soldi e qualità della vita”. Ex del Partito Repubblicano, ha dato vita a Società Aperta, movimento politico culturale fondato nel ’92 “quando pensavo che si dovesse evitare a questo Paese quella che è stata definita Seconda Repubblica”. Preoccupato “per il progressivo declino dell’Italia”, Enrico Cisnetto ha un obiettivo: “Vogliamo la Terza Repubblica, sparigliare le carte e passare a una fase politica successiva”. Guai però a chiamarlo terzista. Lui si definisce “un giuntista, cioè uno che vuole rimettere insieme i cocci”. Lei, Iole, figlia di un verniciatore e di una sarta, lavorava in banca. Impiego abbandonato per inseguire l’amore per l’arte con una sua società, Belle Arti, che, dai corsi di antiquariato, è passata all’organizzazione di eventi culturali. La svolta nel 2002 quando il Comune di Cortina chiese a Iole una mano per rinnovare l’immagine dei tradizionali incontri letterari estivi che avevano avuto come protagonisti Montanelli, Spadolini, Mondadori. I libri sono rimasti, ma Enrico e Iole hanno aggiunto molto altro: la politica ma anche le serate culinarie di “Spazio al buongusto”, manifestazione collaterale a “Cortina InConTra” perché il tanto parlare solletica l’appetito. Infaticabili, coadiuvati nell’impresa dal top manager Telecom Tony Concina, che a Cortina si esibisce anche in veste di talentuoso pianista, i Cisnetto salgono e scendono dal loro palco tutta l’estate. [...]» (Roberto Rizzo, “Corriere della Sera” 10/8/2007) • «Ho girato molto e sono finito a “Panorama”, vicedirettore di Andrea Monti. Dove poi arrivò Ferrara [...] Durante la gestione Monti si era creata una situazione di grande tensione. Berlusconi era diventato premier. L’amministratore delegato Franco Tatò non era molto allineato. Su“Panorama” uscì addirittura una copertina di Forattini, che allora non era berlusconiano come oggi, con un Berlusconi tutto incerottato che strillava: “Io speriamo che me la cavo”. Berlusconi non gradì e mi volle conoscere. Mi disse: “Lei sarà il direttore di ‘Panorama’”. Io gli risposi che non credevo che Tatò avrebbe licenziato Monti né che avrebbe assunto me. Berlusconi si incazzò: “Il padrone sono io. Questo non è un problema” [...] Berlusconi disse che aveva trovato il nuovo direttore di “Panorama”, la notizia finì sui giornali e io rimasi in mutande. [...] Rimasi vittima di Berlusconi che promette cose che poi non mantiene [...] Decisi di farmi dare un po’ di soldi da “Panorama” e di fare il freelance. Al “Foglio”, al “Messaggero”, a “Zapping”, al “Gazzettino”, alla “Sicilia”. [...] Insegno anche alla scuola di giornalismo della Luiss e alla scuola di polizia tributaria della Guardia di Finanza. Stare fuori dai giornali è molto soddisfacente e redditizio, come immagine, come peso politico, come soldi, come qualità della vita [...] Sono nato a Sampierdarena, blucerchiato dalla nascita. I miei genitori avevano un’attività commerciale. Ho conosciuto mia moglie a scuola, era la mia compagna di banco. Fidanzati a quindici anni, sposati a ventidue. Ho cominciato subito a fare politica, nel Pri. Nel Pri c’era anche Antonio Duva, che lavorava al “Sole-24 Ore”. Gli chiesi di aiutarmi e lui mi fece chiamare da Mario Margiocco, capo dell’economia del “Secolo XIX” [...] Ero nella federazione giovanile repubblicana. Minoranza. Un’esperienza straordinaria che mi consentì di avvicinare Ugo La Malfa [...]» (Claudio Sabelli Fioretti, “Sette” 23/10/2003).