Varie, 19 febbraio 2002
CIUFFINI
CIUFFINI Sabina San Juan (Argentina) 4 agosto 1950. Valletta (Rischiatutto negli anni dal 1970 al 1974 ecc.) • «La valletta con la V maiuscola [...] Quei cinque anni di Rischiatutto accanto a Mike hanno lasciato il segno. [...] nessuna ha mai più avuto la sua classe. Sarà stata quell’aria trasognata, quel sorriso dolce, quelle belle gambe esibite e mai ostentate. [...] a sette, otto anni scriveva poesie, generalmente tristi anche se era una bambina allegra, quasi maschiaccio, per nulla vezzosa. [...] il papà che diceva sempre: ”Non sposarti e non fare figli”, e a 18 anni le comprò una casetta dove poter studiare in pace, ma restò male quando seppe che Sabina avrebbe fatto la valletta. ”Fu un vero colpo, per lui [...] ma dopo un anno, quando capì che si trattava anche di un business, da uomo concreto e intelligente qual era, accettò quel lavoro un po’ insolito. Anche perché in molti lo fermavano e gli chiedevano: ”Lei è Ciuffini, il papà di Sabrina’”. Ma il mestiere di valletta risultava ancora più frivolo, per il contrasto che c’era tra Sabina e Virginia, la sorella di due anni più grande. Sabina era la poetica, la svagata, Virginia, l’intellettuale di casa, una dirigente di Lotta Continua. E tra le due c’è sempre stato un rapporto conflittuale e non solo perché una è mora con gli occhi scuri e l’altra è bionda con gli occhi chiari, ma soprattutto per il modo così diverso di intendere la vita. Conflitto che però non ha mai scalfito un legame profondo, diventato ancora più forte nel ”94, quando Virginia si ammalò di leucemia. Sabina si sottopose agli esami e per fortuna il suo midollo osseo risultò compatibile. Le fu così prelevato per poterlo donare a Virginia. E le salvò la vita [...] due figli, Jacopo e Ilaria, nati dal matrimonio con Franco Ceccarelli. ”Io e Franco ci siamo separati nell’87, ma ci sono voluti dieci anni per divorziare. [...] Ci siamo conosciuti che io avevo 30 anni e lui 28. Stavamo bene insieme, eravamo ricchi e felici. Io ho mollato tutto (collaboravo con mia sorella come consulente aziendale) e l’ho raggiunto in Brasile, dove lui lavorava. Senza che me ne accorgessi mi sono ritrovata con due pupi in braccio. E poi, da un giorno all’altro, è finito tutto. Eravamo troppo immaturi. Adoro i miei figli, ma se tornassi indietro non rifarei le stesse scelte. Secondo me i figli bisogna farli a 40 anni”. [...]» (Maria Volpe, ”TvSette” n. 4/1997) • «Osare l’intrattenimento, a quei tempi, era missione ingrata. ”Quei tempi” sono il ”68 e dintorni. Sabina osava: a Rischiatutto consegnava buste e sorrideva con allegria, indossava minigonne e parlava. Poteva, perché studiava filosofia. Nelle interviste, i giornalisti registravano che Sabina ammirava Nietzsche e Marx, inteso come Karl. Aveva, inoltre, il giusto distacco dal suo personaggio: ”Lo faccio per guadagnare soldi e per fare una nuova esperienza”. [...] Sua madre Yvonne, aiuto regista in Rai, era figlia di Guglielmo Giannini, l’autore drammatico fondatore dell’Uomo qualunque. Tra i suoi zii c’era Fulvio Bernardini. Papà Augusto era produttore e scrittore pubblicitario. Sabina si era fatta le ossa con lui a Carosello a partire dal 1968. Tornerà negli spettacolini pubblicitari quando sarà diventata famosa a Rischiatutto. Ma a Sabina premeva sottolineare la sua cultura: ”Mi consente di parlare di molti problemi con chiunque”. Ammetteva, senza drammi, che avrebbe preferito un volto meno tondo con gli zigomi più alti, come le donne fatali dei fumetti di Milton Caniff. Invece Sabina aveva il volto giusto al momento giusto (e anche il fisico giusto). Un po’ Romina Power, un po’ Jane Birkin, nuda in Blow up di Antonioni. ”Anche io lo farei per lui o per Fellini”, diceva Sabina. Il destino disporrà altrimenti: si spoglierà su Playboy e poi al cinema, in Oh, mia bella matrigna [...] tornata in tv nel 1983 su Rete 4 con Marco Predolin e nel 1986 a Unomattina [...]» (Santi Urso, ”TvSette” n. 4/1997) • Nel 1997 in Anima mia con Fabio Fazio.