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 2002  febbraio 19 Martedì calendario

CLERICI

CLERICI Antonella Legnano (Milano) 6 dicembre 1962. Conduttrice tv. Ha condotto il Festival di Sanremo 2010. Inizi da giornalista sportiva con Dribbling, grande popolarità con La prova del cuoco • «Bionda e burrosa, tette naturali da vanto di madre conformista e perdizione di maschio maschilista [...]» (Lina Sotis, ”Corriere della Sera” 2/3/2005). «’Sono nazionalpopolare, non me ne vergogno. A me la gente piace [...]”. [...] la conduttrice ”ammorbidente” così ama definirsi, non soffre di ansia. ”Sono come appaio” è il suo marchio di fabbrica. [...] Come ha debuttato? ”A Telereporter, con un´inchiesta sulle case di riposo per anziani. Quando studiavo al liceo andavo sempre all´ospizio a trovare gli anziani, mi piace ascoltarli. Un´amica che lavorava in una tv privata mi propose di girare un documentario sulla terza età. Ho continuato facendo un po´ di tutto: presentavo, intervistavo, montavo i servizi”. In Rai ha un lungo curriculum, ma la grande popolarità è arrivata tra i fornelli. ”Sì e anche l´affetto della gente, perché con La prova del cuoco hanno capito chi sono. Gli spettatori sentono che persona e personaggio coincidono. [...] Ho un fisico morbido, non sono bellissima ma sono una donna normale, carina, come tante. Le signore si identificano con me. I ricci devo tenerli perché se i bambini mi vedono con i capelli tirati piangono e non mangiano. Ho ricevuto le lettere di molte mamme [...] Adoro travestirmi, mi divertono le drag queen. Gli abiti mi aiutano a tirar fuori qualcosa di me, non dico l´aspetto trasgressivo, ma la mia parte folle”. Ha un modello? ”Monica Vitti. Attrice meravigliosa, ironica, non bella in senso classico ma dotata di un fascino particolare”» (s. f., ”la Repubbliva” 2/3/2005). «Ma sarà davvero serena, paciosa, conciliata col mondo, come appare tra i fornelli? [...] Non ha dubbi: ”Ricette per tutta la vita. Perché non c´è Sanremo, varietà di prima serata che tenga, rispetto a un programma quotidiano seguito da 3 milioni di spettatori. Mi diverto, ho l´affetto della gente: cos´altro potrei desiderare?”. Strizzata nei suoi completini rosa, fiera di indossare raccapriccianti grembiulini da Minnie (’Il mio ideale: la casalinga furbetta che potrebbe mettersi il reggicalze”), amata dai bambini, la Clerici, con La prova del cuoco è diventata un piccolo fenomeno di Auditel e di costume. ”Non sono bellissima, sono normale” spiega con l´aria saggia ”le donne in me possono riconoscersi, credo sia questo il segreto”. [...] La cucina accomuna tutti, dall´operaio al miliardario. E´ come il calcio. E poi mi piace l´idea di stare in casa, mettermi il grembiule, sì anche quello con le paillettes un po´ da cartone animato. Il nostro è un programma disneyano, infatti piace ai bambini, mi scrivono lettere bellissime. Mi identifico con La prova del cuoco, io sono davvero così. [...] Sono una persona solare. Credo che l´allegria c´entri con la cucina e il cibo, sono formosa e una trasmissione di cucina è perfetta, non devo dimagrire per forza. Dovessi fare la vamp, avrei qualche problema. [...] Il mio mito è Raffaella Carrà. Ho bisogno del lieto fine, mi piace la tv che comunque regala sogni alla gente”» (Silvia Fumarola, ”la Repubblica” 8/12/2003). «[…] ”Vivo con i piedi per terra ma ho lo sguardo lungo e anche ironico. Porto la 44 di vestiti, a volte la 45, piaccio perché incarno la provincia e non faccio paura alle donne. Sono di Legnano, buona famiglia, laurea in giurisprudenza ma quando guardo la Carrà mi emoziono. […] Mi sono sentita inadeguata in molte circostanze, alle feste, in occasioni sociali importanti. Non mi accompagno a gente che conta […] non frequento la politica, il potere non abita con me. Io produco ascolti e gli ascolti portano pubblicità. Ecco perché lavoro, ma se il pubblico non mi scegliesse più io avrei chiuso. Mi consideri come una maratoneta, non una sprinter. A 41 anni mi sono conquistata tutto quello che ho, anche ingoiando bocconi amari […] Per esempio quando mi hanno dato Domenica in e poi me l’hanno tolta a un attimo dall’annuncio ufficiale. Offesa, me ne andai. A Mediaset dove avevo un programma sbagliato. Poi il ritorno con un format di cucina che volevo tanto. stato il successo, tanto che mi fermano il programma in anticipo per non disturbare i tg. E il reality sul ristorante? Certo, bisogna esserci tagliati. Io ho fatto del mio meglio, ma ero stretta tra duemila freni. […] Sono una buona che patisce le cattiverie in quanto non le decodifico, parlano un linguaggio che non mi appartiene. Sbaglio ma non per dolo […] Solidità lombarda e provinciale, so quello che posso e non amo gli eccessi; quando un uomo mi viene a prendere col macchinone con me è un perdente” […]» (’La Stampa” 5/3/2005).