Salute di sorrisi e canzoni n. 34 Febbraio 2002 pag. 58-59, 15 febbraio 2002
Ci sono modi per aiutarlo? Qui di seguito trovate i consigli pratici di Pietro Ferrara, dell’Istituto di clinica pediatrica del policlinico Gemelli di Roma
Ci sono modi per aiutarlo? Qui di seguito trovate i consigli pratici di Pietro Ferrara, dell’Istituto di clinica pediatrica del policlinico Gemelli di Roma. Prova con le pillole... Spesso in questi casi vengono prescritti farmaci a base di desmopressina, che è l’omologo sintetico dell’Adh (o vasodepressina), un ormone in grado di trattenere i liquidi, che, secondo gli ultimi studi, negli enuretici viene prodotto in quantità minore. Questi farmaci sono disponibili in compresse o spray nasale e risolvono il 60-70% dei casi. ...o con questi trucchi • Non svegliatelo durante la notte. una «tortura», che non aiuta il bambino a responsabilizzarsi. E poi, come capire il momento giusto per farlo alzare e andare in bagno? • Addio al pannolino. Imparerà a riconoscere lo stimolo e a regolarlo. • Già dal tardo pomeriggio evitate di farlo bere più del necessario. Niente spremute o minestrine dopo le sei e mezza. E fatelo andare sempre in bagno prima di andare a letto, in modo che la vescica sia libera. • Può essere molto utile anche la ginnastica vescicale. Durante il giorno, fate esercitare il bambino a trattenere per un po’ la pipì quando sente il bisogno di farla: così la vescica si abitua a resistere. Il letto che suona In commercio si trovano apparecchi dotati di piccoli sensori, che si applicano vicino alle mutandine, nel pannolino o sul lenzuolo. Appena la pipì comincia a uscire, suonano. Le prime volte il bimbo si sveglierà bagnato, ma a poco a poco attiverà un riflesso inconscio che lo farà svegliare in tempo. un metodo risolutivo all’80%, ma è fondamentale che sia accettato dal bambino, per evitargli traumi. Il costo di un allarme è di circa 100-150 euro (200-300.000 lire circa). I CONSIGLI DI ALDA PALOZZOLO, PSICOLOGA A MODENA ...ha paura di addormentarsi Sdrammatizzate la situazione, tranquillizzatelo raccontando che anche voi avete avuto qualche problema quando eravate piccoli, ad esempio la paura di rimanere al buio o di restare da soli in camera lontani da mamma e papà. E fategli capire che, piano piano, l’avete superata completamente. ... non vuole andare a scuola Mettetevi dalla sua parte, ditegli che lo capite e che non deve preoccuparsi perché a scuola non avrà alcun problema per questo disturbo, che lo coglie durante la notte. Coccolatelo un po’, soprattutto nei momenti di crisi o di pianto. Passato il momento più critico, fategli prima conoscere l’insegnante, in modo che inizi a familiarizzare con l’ambiente. Poi incoraggiatelo a fare amicizia con i compagni più tranquilli e comprensivi, che potrebbero aiutarlo ad inserirsi meglio nella sua nuova classe. ...si sente in colpa Fategli capire che non è l’unico ad avere questo tipo di problema (riguarda il 15% dei bambini della sua età) e che ci sono bambini che soffrono di altri disturbi, come il sonnambulismo. In ogni caso rassicuratelo, dicendogli che presto tutto passerà. ..rinuncia alla gita con gli amichetti Non forzatelo, anche se un’esperienza come questa lo aiuterebbe a confrontarsi con i problemi degli altri. Cercate quindi di abituarlo gradualmente a dormire insieme con altri bambini, magari invitando ogni tanto un compagno di scuola (o il suo migliore amico) a trascorerre la notte in casa vostra.