Walter Benjamin, "Infanzia berlinese intorno al millenovecento", Einaudi, 19 febbraio 2002
Grazie al ritrovamento del manoscritto consegnato a Georges Bataille, l’Infanzia berlinese, pubblicata sino a oggi in varie versioni, trova edizione definitiva
Grazie al ritrovamento del manoscritto consegnato a Georges Bataille, l’Infanzia berlinese, pubblicata sino a oggi in varie versioni, trova edizione definitiva. Tra la premessa e la conclusione, tra l’indicazione del ricordo "controllato" come vaccino per la nostalgia e l’immagine dell’omino gobbo delle fiabe che fa i dispetti ai bambini, Benjamin ricrea l’atmosfera di un’epoca attraverso i particolari (il telefono, il cestino da cucito della mamma, il contrassegno d’osso della piscina). Walter Benjamin nasce a Berlino nel 1892 da una famiglia di commercianti ebrei, il padre antiquario e la madre tessitrice. Si dedica alla critica letteraria e alla saggistica. Traduce parti della Recherche di Proust. Con l’avvento del nazismo, nel ’33 si trasferisce a Parigi. Di lì, quando nel ’40 le truppe del Reich arrivano nella capitale francese, cerca salvezza prendendo la via della Spagna. Ma sul confine, braccato dalla Gestapo, si toglie la vita, a Port Bou.