Mariarosa Mancuso, Corriere della Sera 19/02/02 a pagina 35., 19 febbraio 2002
Lo scrittore Daniel Picouly non ricorda di aver mai aperto le persiane del suo studio, dove va a piedi ogni mattina
Lo scrittore Daniel Picouly non ricorda di aver mai aperto le persiane del suo studio, dove va a piedi ogni mattina. Lavora al buio: tavolo contro il muro, luce solo sulla tastiera del computer, sedia pieghevole da giardino. Niente musica, né sigarette. Poco caffé, molto zuccherato, allungato quando ne resta poco nella caffettiera. A pranzo, zuppa scaldata al microonde o Mc Donald’s da mangiare stando alla scrivania. Talvolta addominali ed esercizi per la schiena su un tappetino blu. Ritmo produttivo: un romanzo ogni due anni, nove mesi di lavoro ciascuno (dalle 9 alle 13, dalle 15 a sera, weekend inclusi), già pronti titoli e scalette per i prossimi cinque. Alla fine di ogni libro, pianti.