Claudio Rendina su la Repubblica del 17/02/02 a pagina X della Cronaca di Roma., 17 febbraio 2002
Casanova soggiornò per la prima volta a Roma nel 1744: abate ventenne, ben vestito, segretario del cardinale Acquaviva, frequentatore di caffè e di salotti, riscuoteva le simpatie di nobili e letterati e imparava il francese dall’avvocato Dalacqua per inserirsi nell’alta società
Casanova soggiornò per la prima volta a Roma nel 1744: abate ventenne, ben vestito, segretario del cardinale Acquaviva, frequentatore di caffè e di salotti, riscuoteva le simpatie di nobili e letterati e imparava il francese dall’avvocato Dalacqua per inserirsi nell’alta società. Molte donne gli si concedevano anche nei giardini delle ville Ludovisi e Aldobrandini, e da una di loro, Lucrezia Vallati, ebbe la figlia Leonilda. Venne allontanato da Roma quando il cardinale trovò nella sua stanza la figlia sedicenne dell’avvocato. Trascorse un altro soggiorno in città nel 1760: libero da impegni, ospite del principe Borghese e poi della marchesa Passerini, conobbe il pittore Winckelmann, s’invaghì di una certa Mariuccia. Dieci anni dopo tornò a Roma, dove incontrò la figlia Leonilda, ormai ventenne, con cui consumò un rapporto incestuoso (scriverà: «Restammo tutti e due seri e muti, stupiti di non sentirci colpevoli né vittime di un rimorso»). Le donne di quel periodo, però, sembrano essere Margherita Poletti, che aveva un occhio di vetro ed era figlia di un cuoco, e una tale Armellina, pensionante in un convento.