Herbert Asbury, ìLe gang di New Yorkî, Garzanti 2001, 20 febbraio 2002
Crazy Lou. Black and Tan, celebre locale di New York della seconda metà dell’800. Il gestore, Frank Stephenson, alto, magro, volto esangue, tutte le sere se ne stava immobile al centro del bar appollaiato su un alto sgabello, lanciando sguardi truci tutt’intorno
Crazy Lou. Black and Tan, celebre locale di New York della seconda metà dell’800. Il gestore, Frank Stephenson, alto, magro, volto esangue, tutte le sere se ne stava immobile al centro del bar appollaiato su un alto sgabello, lanciando sguardi truci tutt’intorno. Quattro camerieri servivano drink sopra un alto bancone con pugnale e randello bene in vista, utili a scoraggiare gli avventori in cerca di rissa. Tra i clienti più fedeli Crazy Lou, ex prostituta, un tempo assai bella, ormai avvizzita per via dell’età, costretta a vender fiori per strada e a cercar cibo tra gli avanzi della spazzatura: ogni sera a mezzanotte in punto entrava nel locale, dove Stephenson in persona le serviva un wisky gratis che lei lo sorseggiava in due ore esatte. Quando morì, per un mese di seguito, ogni sera a mezzanotte Stephenson posò un bicchiere di wisky sul tavolino della donna, impedendo a chiunque di sedersi lì fino alle due del mattino.