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 2002  febbraio 20 Mercoledì calendario

Cohen Leonard

• Montreal (Canada) 21 settembre 1934. Cantante. Autore • « nato un anno prima di Elvis e dieci prima di Jagger e McCartney. Il primo disco l’ha inciso a 34 anni, nel 1968, quando i Beatles avevano già deciso di farla finita e in libreria c’erano due suoi romanzi e un libro di poesie. Eppure Leonard Cohen [...] ha travolto con la sua morbosa, profonda malinconia più di una generazione di artisti. ”Datemi un aldilà con Leonard Cohen così potrò piangere per l’eternità”, cantava Kurt Cobain in Pennyroyal tea. [...]» (Giuseppe Videtti, ”la Repubblica” 10/10/2005).«Un cesellatore del verso che ha dato alla canzone d’autore una dignità letteraria che solo Bob Dylan e pochi altri hanno raggiunto. Per questo generazioni di musicisti, dai Rem a Jeff Buckley, da Tori Amos a Nick Cave, da Fabrizio De André a Francesco De Gregori, lo hanno imitato, cantato e spesso tradotto nella loro lingua. [...] ”Prima di debuttare come cantante e musicista avevo pubblicato già un paio di romanzi e diverse raccolte di poesia, ma non riuscivo nemmeno a pagarci l’affitto. In questo senso il rock’n’roll ha salvato la vita anche a me”. [...] Tom Robbins nel Picchio rosso ha scritto che la sua voce profonda e vellutata somigliava ”al tappeto di un vecchio albergo”. ”Oggi mi dicono che evoca quella di Barry White dopo l’Illuminazione”. Chi ha seguito la musica pop degli ultimi quarant’anni pensa che [...] abbia influenzato i suoi colleghi più di ogni altro songwriter al mondo, eccetto forse Bob Dylan. Ha mai provato invidia nei suoi confronti? ”Dylan sta alla musica pop come Picasso alla pittura. Sono due geni del ”900. E di fronte al genio non resta che chinare la testa. Una volta Bob mi fece il grande onore di cantare Hallelujah all’Olimpia di Parigi. Dopo il concerto andai a ringraziarlo e mi chiese quanto tempo avessi impiegato a comporla. Risposi due anni, ma ho mentito in realtà ci avevo messo molto di più. Lui confessò che I and I l’aveva composta in un quarto d’ora. La mia frustrazione fu grande. Avete presente Mozart e Salieri?”. Anni fa [...] dichiarò che le canzoni vanno valutate per la loro utilità. La pensa sempre così? ”Ogni volta che scrivo una canzone mi chiedo se sarà utile. Ogni tanto c’è qualcuno che mi dice: ”Ieri ho passato una bella serata ascoltando le tue canzoni’, oppure semplicemente ”le ho ascoltate mentre lavavo i piatti e il tempo è volato’. Ciò mi fa sempre un grande piacere. Le canzoni sono la colonna sonora della nostra vita e se la colonna sonora è buona, il film migliora”» (Alberto Dentice, ”L’Espresso” 11/10/2001).