Varie, 20 febbraio 2002
COLANINNO
COLANINNO Roberto Mantova 16 agosto 1943. Manager. Industriale. Fattosi conoscere all’Olivetti, ebbe un grande momento di notorietà grazie all’Opa con la quale conquistò Telecom (ceduta nel 2001 a Tronchetti Provera e Benetton). Alla fine del 2002 è tornato a far parlare di sé portando avanti un piano di salvataggio per la Fiat. Quindi ha preso in mano la Piaggio. presidente della compagnia aerea nata dalla fusione di Alitalia e Air One • «L’uomo che da Palazzo Chigi Massimo D’Alema aveva scelto per dare una spallata al vecchio capitalismo e diventare il simbolo del nuovo […] Era un bravo manager, niente grandi scuole ma buon fiuto e ancora maggiore capacità di lavoro. Uno di quei provinciali apparenti, con la vanità della propria perifericità, Mantova, gli amici compagni di scuola, la vita più o meno di sempre, fuori dai grandi giri ma senza complessi. Alla Olivetti lo chiamo Carlo De Benedetti che lo conosceva bene perché guidava un’azienda del gruppo Cir […] L’Olivetti era una matassa assai intricata che però dentro nascondeva un tesoro: il controllo di Omnitel e di Infostrada. Erano imprese giovanissime, ottimamente gestite e, soprattutto, era il momento della esplosione delle telecomunicazioni e della new economy. In poche settimane, senza che dovesse spostare neanche una sedia la povera Olivetti era diventata la felice proprietaria di due pezzi pregiatissimi nel settore chiave del momento. a quel punto che probabilmente Colaninno ha intravisto il cambio di marcia e ha cominciato a pensare che essendo l’Olivetti un’azienda senza padrone, il padrone, perché no, poteva diventarlo lui. In effetti era una buona idea, solo che invece di lanciare una bella offerta pubblica d’acquisto, pensò di parlarne con un po’ d’amici e di mettersi a rastrellare titoli della società come se invece di esserne l’amministratore delegato fosse uno speculatore qualsiasi. Trovatosi quel tesoro in tasca avrebbe potuto tenerselo, magari comprandosi il 49 per cento che era della Mannesmann. Si sarebbe ritrovato la Omnitel, che è una delle aziende di maggior successo d’Europa e che macina utili a più non posso. Consigliato da banchieri d’affari assai bravi a fare il loro mestiere che è quello di guadagnare commissioni miliardarie, e incoraggiato dal primo ministro del tempo, Massimo D’Alema, ha scelto invece di vendere Omnitel e Infostrada e tentare la conquista di Telecom. A Palazzo Chigi in quei mesi si ragionava in grande, si teorizzavano i campioni nazionali, vista da fuori sembrava una merchant bank, ma dentro ci si immaginava un ruolo di modernizzatori e architetti del nuovo capitalismo italiano […] Colaninno in quel contesto era l’uomo che ci voleva, era quello che con il suo coraggio, la sua determinazione, la sua spregiudicatezza avrebbe dato la spallata al grande capitalismo facendolo aparire all’improvviso vecchio, esangue, superato. Si decise, il profeta del nuovo capitalismo italiano sarebbe stato lui […] L’Opa del secolo, la madre di tutte le scalate, per qualche tempo fu vera gloria. Il ragioniere mantovano era diventato l’idolo dei piccoli azionisti, dei day trader, dei bocconiani, il mondo intero sapeva della sua esistenza e delle sue gesta. Passati i mesi, le cose si sono fatte più complicate. Colaninno si trovava a fare molti mestieri, quello del manager, quello dell’imprenditore, quello del socio-gestore, e con un’azienda da guidare di dimensioni neanche lontanamente comparabili con quelle che nella sua vita gli era capitato di guidare» (Marco Panara, ”la Repubblica” 29/7/2001).