Varie, 20 febbraio 2002
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Cordoba Ivan
• Medellin (Colombia) 11 agosto 1976. Calciatore. Dal 1999/2000 all’Inter, ha vinto la Champions League del 2010, gli scudetti del 2006, 2007, 2008, 2009, 2010 (il primo a tavolino), le coppe Italia 2005, 2006, 2010 ecc. • «Detto ”Cafè Colombia” e anche, poeticamente, la gran muralla cafetera (qualsiasi cosa voglia dire). Diplomato perito industriale e in procinto di andare all’università, il piccolo e tostissimo difensore nato a Medellin nel periodo peggiore per nascere da quelle parti venne chiamato a giocare nel Nacional e nella nazionale di Maturana. Gli diedero la maglia numero due appartenuta a Andres Escobar, il difensore appena fatto fuori dai sicari dei narcotrafficanti e anche per questo Cordoba non è mai stato un giocatore qualsiasi. Legatissimo alla storia travagliata del suo paese, animatore del progetto ”un gol per la vita”, il difensore-capitano ha vissuto certamente il giorno più bello della sua carriera quando ha alzato la Copa America 2001 davanti a 45.000 colombiani che gridavano ”pace, pace” dopo la finale col Messico vinta 1 a 0 grazie a un suo gol di testa. Passando a cose più leggere, dopo due ottime stagioni passate in Argentina col San Lorenzo è ormai noto che Cordoba poteva scegliere tra il Real Madrid e l’Inter. Ma scelse di testa sua e con entusiasmo l’Inter disastro di Lippi-Tardelli, quella del sei a zero al derby. Capì subito la portata della cosa: ”Di questi tempi - disse con ironia - ti devi guardare bene attorno quando esci di casa, sennò rischi di finire sotto un pullman”.Nell’Inter di Cuper, del 5 maggio e di tutte le sfighe successive, Cordoba comunque non ha mai mollato la posizione, prestandosi all’intero repertorio del difensivismo italiano nella squadra che ne detiene in qualche modo il brevetto dai tempi di Burgnich-Facchetti-Guarnieri-Picchi: è stato a volte stopper e altre volte libero nella difesa a tre, centrale di sinistra oppure di destra nella difesa a quattro; e sempre con tutto il suo repertorio di velocità, anticipo, tackle, incredibili colpi di testa (dall’alto dei suoi 1.73). Né ha fatto mancare alle sue prestazioni il cotè brutto, sporco e cattivo che gli si legge in faccia e che, purtroppo per lui, spesso maldispone gli arbitri nei suoi confronti. Detiene in effetti il piccolo record di essere stato espulso nel tunnel che porta in campo prima del secondo tempo di un Inter-Piacenza, per via di uno screzio con Lucarelli a proposito di un fallo su Ronaldo. Per il resto, da quando è in Italia ha perso quasi tutto. Tranne l’ironia. Sabato, dopo l’ennesimo derby perso col Milan ha dichiarato che in campo ”c’erano sicuramente i fantasmi”» (Alberto Piccinini, ”il manifesto” 25/2/2004).