Varie, 20 febbraio 2002
CORTESE
CORTESE Valentina Milano 1 gennaio 1923. Attrice • «Debutta a 17 anni nel cinema in Orizzonte dipinto accanto a Ermete Zacconi, poi è nel Bravo di Venezia accanto a Rossano Brazzi; con lui, diretta da E. Giannini, debutta in teatro ne La signorina [...] Ben presto la sua delicata figura da diva dei telefoni bianchi scopre un temperamento teatrale ferreo e assoluto [...] Nei quadri di un’inchiesta del settimanale ”Platee”, nel 1946, Grassi e Strehler la indicano come l’attrice del momento [...] Sembra allontanarsi dal teatro, rapita dal cinema americano: è il ’49, ha girato con Dassin I corsari della strada a Hollywood, dove è arrivata con un contratto della Fox sul set di Ho paura di lui di Robert Wise e ha incontrato Richard Baseheart e l’ha sposato (1951). Dopo qualche anno torna in Italia e vince la Grolla d’oro a Saint-Vincent per la sua interpretazione in Le amiche di Antonioni [...] Separatasi dal marito e stabilitasi definitivamente in Italia con il figlio Jack, si lega a Giorgio Strehler e al Piccolo [...] Dei numerosissimi fim basterà ricordare Giulietta degli spiriti di Fellini, Fratello Sole e Sorella Luna e Gesù di Zeffirelli, L’assassinio di Trotskij di Losey (con Richard Burton e Alain Delon) e Effetto notte di Truffaut per il quale riceve la nomination per l’Oscar» (Dizionario dello spettacolo del ’900, a cura di Felice Cappa e Piero Gelli, Baldini&Castoldi 1998). «Vedova di uomini che ha molto amato e orfana del teatro, cui ora si concede con scelti recital nella sua amata Milano. [...] Quella voce di chiffon che l’ha resa leggendaria anche a chi, come dice lei, ”non mi ha mai conosciuta” ma è abituato a vederla avvolta in magnifici foula rd che oltre a proteggerla dalle tempeste della vita le ricordano, calati sulla fronte, i ”riott” delle contadine lombarde. [...] L’impetuosa memoria del teatro, di quei memorabili spettacoli di Strehler, che l’hanno vista protagonista, irrompe come una tempesta[...] ”Io dimentico, dovrei far pulizia nei miei bauli, mettere ordine. Ho trovato una meravigliosa lettera di T ruffaut dei tempi di Effetto notte. Perché non ci sono più persone così? Per me certi incontri sono stati un fatto di magìa, non trovo altra parola. Giorgio era un mago. Federico (Fellini) era un mago. Paolo Grassi era un mago. Antonioni l’ho abbracciato tanto per i 90 anni. E ringrazio Luchino (Visconti) e Franco (Zeffirelli) di avermi voluto bene”. I protagonisti della sua vita e carriera sono sempre con lei, la diva più dannunziana ma più forte del teatro italiano: ”Sono molto diversa da quel che sembro”. ”Strehler è sempre con me. Come dimenticare i 28 minuti di applausi a Berlino per I giganti della montagna? Come dimenticare Romy Schneider o Peter Brook che mi applaudono al finale del Giardino dei ciliegi, quando il pubblico parigino mi chiamava Sarah come la Bernhardt? Come dimenticare Aldo Moro che emozionato se ne sta muto davanti a me con occhi lucidi? Sono state grandi emozioni, irripetibili sensazioni [...] Preferirei essere dimenticata. Ho fatto i conti, ho perdonato tutti, meno due. Non dico chi”. E’ uno dei suoi barocchismi: sembra studiata, ma è sincera e generosa. ”Rimpiango i giovani che non hanno conosciuto i miei maestri, da De Sabata a Strehler, da Visconti a Valli, da Zeffirelli a De Lullo; e le mie amiche come Alida Valli, con cui ho condiviso una carriera”. E quando Hollywood scriveva: ”First Garbo, then Bergman, now Cortese...”. ”Ma via, non ricordo, il tempo copre tutto. Ma i menischi sfracellati dei miei ginocchi doloranti mi fanno venire in mente le recite del Gioco dei potenti, quando Strehler mi obbligava a cascare per terra di colpo, ogni sera, senza ginocchiere e io non ascoltai i medici. Venivo dal cinema, non dicevo mai di no, anche per amore”. Ma c’è una morale in tutto ciò? ”Che amo gli esseri umani, ho cercato di entrare dentro di loro con amore e verità: e qualcuno lo ha capito”» (Maurizio Porro, ”Corriere della Sera” 31/12/2002).