varie, 20 febbraio 2002
COSI
COSI Liliana. Nata a Milano il 15 agosto 1941. Ballerina. «Allieva della Scuola di ballo della Scala, si è diplomata nel 1958. Nel 1963 è capogruppo del corso di perfezionamento di allievi scaligeri al Bolscioj di Mosca. Torna in Urss per tre anni consecutivi, studiando con Messerer, Semenova e Ulanova. Nel 1965 debutta al Bolscioj come protagonista de Il lago dei cigni e l’anno successivo danza Giselle. Dal 1968 al 1976 compie una lunga tournée in molti stati dell’Urss. Prima ballerina della Scala nel 1968, ne diviene étoile nel 1970. [...] Nel 1971 intraprende una tournée con Nureyev in vari paesi europei. Successivamente è ospite del London Festival ballet, e l’anno seguente inizia un largo giro in Urss. Béjart la chiama a Bruxelles nel 1973 per la Nona sinfonia, che riprende anche a Milano. Nel 1978 lascia la Scala per formare a Reggio Emilia una compagnia propria, con relativa scuola, accanto a Marinel Stefanescu, suo partner abituale e coreografo di nuove produzioni. Dotata di una notevolissima base tecnica di scuola italo-russa, si segnala particolarmente nel repertorio accademico tradizionale» (Dizionario dello spettacolo del ’900, a cura di Felice Cappa e Piero Gelli, Baldini&Castoldi 1998). «Amavo la danza e mi dedicavo solo a essa. Frequentavo la Scala da quando avevo 9 anni. A 17 mi sono diplomata. Nel 1963, insieme ad altre quattro ragazze italiane, ho vinto una borsa di studio per un anno in Russia. Pioniera, ma poco interessata alle differenze politiche, ero invece affascinata dall’alto livello dei ballerini del Bolscioi. Quest’evento ha marcato la mia vita consolidando la mia passione per l’arte. Mi si è aperto un mondo di qualità superiore a quello scaligero. Ho conosciuto Galina Ulanova, con cui ho anche fatto le prove per una Giselle. Ho visto da vicino la Plissetskaya, Vassiliev, quando alcuni di loro non erano ancora noti. Sono diventati i miei punti di riferimento. [...] Tornata in Italia ho continuato a seguire la mia passione [...]» (Stefania Ulivi, Luisa Pronzato, ”Sette’ n. 21/2001).