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 2002  febbraio 20 Mercoledì calendario

COSTANZO

COSTANZO Maurizio Roma 28 agosto 1938. Giornalista. Noto soprattutto per il Maurizio Costanzo Show • «Quando ho cominciato Bontà loro, ai tempi delle due reti Rai [...] non avrei mai immaginato un percorso simile. Bernabei teorizzava che gli italiani andavano a dormire alle 22.30. Inventammo la seconda serata. Il secondo appuntamento ebbe quasi 12 milioni di spettatori. Gli italiani dormivano perché non c’era niente in tv […] Ho sempre pensato il programma in termini di scrittura teatrale: storie, tipi da contrapporre. Proprio com’è la vita: difficilmente è monocolore e monotematica. . Ecco perché ho voluto una sala teatrale. […] Vorrei ricordare che grazie al nostro show abbiamo ricostruito un ponte in Piemonte dopo l’alluvione, abbiamo consentito a Enzo Aprea di morire sereno, si è parlato di Aids quando nessuno ne discuteva, abbiamo dibattuto di mafia in momenti molto difficili con Falcone […] Abbiamo fatto tutto e il contrario di tutto, sono passate di qui forse cinquantamila persone. Mi sono capitati autentici mascalzoni. Ricordo una specie di camorrista… l’ho allontanato subito […] Ho un patto molto chiaro col mio pubblico. Quando avvertirò la minima stanchezza, lascerò senza esitazioni» (Paolo Conti, ”Corriere della Sera” 16/9/2001) • «’Lo chiamai così per tre ragioni. Per sfida: era un modo di riaffermare la mia innocenza, il mio nome, perché non avevo da vergognarmi di niente davanti a nessuno. Per distinguere questo talk show dagli altri che avevo fatto in Rai. Per battere sul tempo la concorrenza: avevo sentito dire nell’ambiente televisivo che Renzo Arbore aveva in animo di fare la stessa cosa” […] 8 settembre 1982, giorno di registrazione della prima puntata andata poi in onda il 14, alle 21.30 su Retequattro. […] Quali puntate non ha dimenticato? ”Quando mandai via gli ospiti e lasciai parlare solo il giudice Di Maggio che fece rivelazioni importanti sulla mafia, Isabella Ceola colpita dalla rarissima malattia della vecchiaia precoce, le settemila cartoline giunte dal pubblico per promuovere la legge antiracket, la staffetta con Michele Santoro, la campagna antimine e la nascita di Emergency con Gino Strada, quella rissa violenta che scoppiò durante l’Uno contro tutti con Umberto Bossi […] Ospite della prima puntata era Roberto Coatti, ovvero Eva Robbins, in qualità di ermafrodita […] All’inizio ho pensato che se la tv poteva risolvere qualche caso umano era positivo. Poi non ce l’ho più fatta: il dolore e l’angoscia di quelle persone erano paralizzanti per me” […] Qualcuno non gli perdona di aver lanciato Vittorio Sgarbi e di aver dato spazio alla tv della rissa. ”Sgarbi sarebbe uscito comunque. E ad ogni modo come storico d’arte è straordinario. Quanto alla tv della rissa, dopo poco la abbandonai. Ora è del tutto passata”.[…] Ricordo che i primi sei mesi invitavo Bergonzoni e ridevo solo io. Poi Iacchetti, Riondino, Covatta. E Ricky Memphis che faceva il muratore. Fino all’ultima ”creatura”, Platinette, uomo di grande intelligenza. Infine lo scrittore Camilleri. Lo lanciai e dissi al pubblico: ”Comprate i suoi libri, se non vi piacciono vi ridò i soldi”» (Maria Volpe, ”Corriere della Sera”, 27/11/2001) • « riuscito a dimagrire, ma è rimasto comunque un uomo di panza. Consulente di Massimo D’Alema e Francesco Rutelli. Con Gianfranco Fini potrebbe diventare presidente della Rai, con Silvio Berlusconi resta invece capo di Canale 5. Mattiniero, appena sveglio redige un suo diario minimo per il ”Messaggero” e poi legge tutti i quotidiani. Calabrese, comunque, pubblica. Marito di Maria De Filippi, festeggia i compleanni con l’incubo di ritrovarsi fotografato nella rubrica di Maria Laura Rodotà sull’’Espresso”. riuscito a dimagrire, si diceva, ma non è riuscito, nonostante tutto, a stare comodo girando in pulmino con Fausto Bertinotti. Non gli riesce nemmeno di liberarsi di Michele. Michele chi? Michele Santoro» (Pietrangelo Buttafuoco, ”Dizionario dei nuovi italiani illustri e meschini”, 10/10/1998) • «Da ragazzino ero impacciato. Mi annoiavo. Martirizzavo mia madre, dicendoglielo spesso. Forse era una noia provocata dalla mancanza di fratelli e sorelle e dal fatto che attorno a me c’erano sempre troppi adulti […] Ricordo i tedeschi, il bombardamento di San Lorenzo. Poi gli americani, le loro lunghissime Pall Mall senza filtro. Portavano allegria e il senso della libertà […] Ero curioso. La curiosità mi ha accompagnato per tutta la vita. Fin dai nove anni pensavo di fare il giornalista, e mi scrivevo un giornale da solo. Leggevo ad alta voce intere commedie di Goldoni, cosa che esasperava i miei genitori, e poi mi chiudevo in camera e ascoltavo alla radio Corrado e Mario Carotenuto […] Avevo per modello Montanelli. A quattrodici anni gli scrissi, lui mi rispose e mi invitò ad andarlo a trovare nella redazione romana del ”Corriere della Sera” […] Volevo riscattare le angherie subite da mio padre che era antifascista e le difficoltà di arrivare a fine mese […] Le donne mi interessano moltissimo, le trovo straordinarie. Con gli uomini mi annoio. Detesto quelle serate tra ex colleghi e compagni […] Sono possessivo in tutto, non solo nell’amore […] Con la P2 sbagliai. Mi iscrissi senza sapere bene cosa stessi facendo. Non partecipai a nulla. Mi resi presto conto che era stato un errore, e mi discolpai pubblicamente in un’intervista con Giampaolo Pansa in cui mi diedi del cretino. Tornai a Roma, dopo aver lavorato a Milano per la Rizzoli. Mi dimisi da tutto, stavo in un residence. Da dodici ore di lavoro al giorno passai a non fare nulla. Leggevo, telefonavo. Ricominciai con le interviste» (Alain Elkann, ”Amica” 13/7/1992).