Varie, 20 febbraio 2002
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COSTELLO Elvis (Declam MacManus) Londra (Gran Bretagna) 25 agosto 1954. Cantante. Ha debuttato nel 1976 con My Aim is true e da allora ha realizzato oltre una dozzina di album come solo artist e con il gruppo The Attractions
COSTELLO Elvis (Declam MacManus) Londra (Gran Bretagna) 25 agosto 1954. Cantante. Ha debuttato nel 1976 con My Aim is true e da allora ha realizzato oltre una dozzina di album come solo artist e con il gruppo The Attractions. «Nella sua lunga e illustre carriera ha cambiato pelle tante volte […] ha collaborato con personaggi quali Bob Dylan, Paul McCartney, Burt Bacharach, Ute Lemper, Neil Young, Count Basie, The Chieftains e il quartetto classico Brodsky Quartet. il musicista new wave considerato ”il più intellettuale delle rockstar”» (Alessandra Farkas). «Uno dei musicisti più frenetici di oggi. Anche uno dei più importanti, perché tra i pochi davvero capaci di spaziare nei territori più diversi dello scibile sonoro. Due segreti lo rendono così prolifico e creativo. Primo: ” indispensabile ascoltare molta musica, classica, jazz, pop e altra. Fossilizzarsi su un solo genere è noioso. Finisci per sclerotizzarti e ripeterti all’infinito. Non sono un nostalgico, ma preferisco la buona musica della strada maestra, da Monteverdi a Bob Dylan. Non mi occupo di vendere più dischi, anche perché non sono una bionda di 16 anni e non m’interessa la competizione a colpi di schegge pop con emozioni che durano poco”.Secondo: ”Scrivo spesso le canzoni insieme a mia moglie, che studia l’italiano e mi ha fatto scoprire Mina dopo gli Almamegretta, su due cassette allegate alle dispense del suo corso di lingue”. Anche Costello, come Tom Waits, ha trovato in Cat O’’Riordan, l’ex bassista dei Pogues che ha sposato nel 1986, una donna forte, al tempo stesso manager e musa ideale. […] Chiamato dalla vedova Sue Mingus, ha suonato in Brasile con la Mingus Big Band per la quale sta scrivendo canzoni complete di versi o rielaborazioni dagli originali del grande Charles. D’estate va a Los Angeles dove Michael Tilson Thomas dirige all’UCLA il suo Sogno di una notte di mezza estate. [...] Segue album per la Deutsche Grammophon. Per la tv giapponese ha inciso la sua versione di Smile di Charlie Chaplin» (Giacomo Pellicciotti, ”la Repubblica” 3/4/2002). «Sebbene il suo nome sia emerso nel pieno delle intemperanze punk e new wave, col tempo è diventato un autore sofisticato, un raffinato ed eclettico intellettuale della musica. capace in ogni momento di riprendere in mano la chitarra elettrica, ma anche di realizzare un disco di eleganti e rarefatte ballad che la Deutsche Grammophon può distribuire, per la sua prima incursione in territorio pop, senza tradire del tutto la sua immagine. [...] ”Probabilmente cantare d’amore è la cosa più positiva che si possa fare, ma ovviamente dipende come si fa. [...] Faccio dischi in cui credo, e che credo la gente voglia sentire. [...] Io vivo nel presente, e spero nel futuro, non sono nostalgico, sono orgoglioso di quello che ho fatto, amo le canzoni che ho scritto, mi identifico con alcune cose che ho scritto, potenzialmente tutto quello che ho ascoltato può avere un impatto con quello che scrivo oggi, c’è musica intorno, e c’è sempre stata. [...] Ho lavorato con Burt Bacharach e Paul McCartney, ma di quelle collaborazioni oggi non rimane nulla di cui mi renda conto”» (Gino Castaldo, ”la Repubblica” 11/9/2003). «Con il nome che si è scelto avrebbe dovuto cantare rock’n’roll a vita. Invece Declan McManus [...] in arte Elvis Costello, marito della cantante canadese Diana Krall, è oggi un riverito artista della Deutsche Grammophon, prestigiosa etichetta di musica colta. [...] il suo felice e tradizionale metodo di scrivere canzoni, che lo hanno accostato a nomi eccellenti del pop, come Paul McCartney e Burt Bacharach, con i quali ha collaborato. [...] ”All’inizio degli anni Ottanta fui letteralmente rapito dai francesi, Debussy, Satie e Ravel, e cominciai a leggere volumi e volumi sulla storia della musica. Scoprii, attraverso le sue memorie, che Berlioz non sapeva suonare il piano. Proprio come me. La cosa mi diede un’enorme fiducia nelle mie capacità di compositore [...] Sono sempre stato un fan, ma non ho mai avuto idoli. Un fan dei Beatles e dei grandi cantanti degli anni Cinquanta che ascoltava mio padre, come Ella Fitzgerald, Frank Sinatra, Peggy Lee e Mel Tormé. All’epoca le radio non erano settoriali come oggi, si ascoltava di tutto, una sorpresa dopo l’altra. Era un modo di ascoltare musica che arricchiva enormemente [...]» (Giuseppe Videtti, ”la Repubblica” 8/10/2004).