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 2002  febbraio 20 Mercoledì calendario

Costner Kevin

• Lynwood (Stati Uniti) 18 gennaio 1955. Attore. Regista • «Con Balla coi Lupi si portò a casa sette Oscar e si ritrovò in cima al mondo. Quello che sino ad allora era stato un altro belloccio di Hollywood e quasi un sinonimo del ”All American Boy” che ama il baseball e sposa la sua prima fiamma conosciuta nei banchi di scuola era diventato un ”auteur”, un regista che alla sua prima esperienza dietro la cinepresa era riuscito a riscrivere la storia del west, a commuovere gli spettatori del mondo intero incassando oltre 400 milioni di dollari e, con quegli Oscar a grappoli, a conquistarsi anche il rispetto e la stima dei suoi pari. Ma poi vennero Waterworld, altre esperienze disastrose come il ritorno alla regia con The Postman, l’abbandono della moglie e dei figli. Kevin Costner sembrava perso, più che una stella una cometa che aveva illuminato Hollywood per poi scomparire nell’orizzonte. [...] I suoi capelli sono un po’ più radi, ma ha ancora quegli occhi verdi, quel volto innocente, quel qualcosa che fa sognare le donne. E se ammette che alcune delle sconfitte lo hanno addolorato, riesce ancora a proiettare un grande senso di sicurezza. [...] ”Sono un essere umano e quando vieni attaccato fa male. Ma sono in pace con me stesso, mi sento molto felice. [...] Ho sempre fatto del mio meglio. E ho avuto ed ho tutto quello che potevo desiderare”» (’La Stampa” 13/8/2003). «Sono stanco di essere attaccato con aggressività e con giudizi arroganti sulla mia carriera che, secondo alcuni, colleziona fiaschi. Non giudico un attore dal successo dei suoi film, ma dalle scelte, dalla passione che mette in esse. Non mi interessa essere una megastar. Una carriera si giudica sulla distanza, nel complesso. Scelgo i miei impegni con una assoluta purezza di intenti e obiettivi, anche nei rischi. L’ho dimostrato con film difficili, come Rapa Nui e Waterworld, che ho molto voluto. A volte i risultati di un film, come nel caso di 3000 Miles to Graceland - La rapina, mi deludono. Ma sono sempre soddisfatto delle mie scelte, da Wyatt Earp a 13 giorni. Le mie scelte con il cuore non accettano condizionamenti» (Giovanna Grassi, ”Corriere della Sera” 4/3/2002). - «Non sono l’attore più famoso in America e non ho fatto niente per diventare sempre più popolare. Se qualcuno tiene alla propria carriera non fa certo un film western [...] Io non ho fatto Bull Durham 2 o Balla coi lupi 2. Credo che siano operazioni legittime per fare soldi ma per me la gioia di fare cinema è quella di realizzare un film che nessuno prevede, che riesca a sorprendere. Quello che rischio è la popolarità e non credo che la mia popolarità valga il prezzo di rinunciare al mio modo d’essere. E poi non mi vedo come una star ma come un narratore. [...]» (Roberto Rombi, ”la Repubblica” 17/1/2004). «Waterworld. Da anni tutti scrivono che è stato un colossale fallimento. E questa bugia mi perseguita. Non è vero. Il film ha incassato 400 milioni di dollari. Non sarà piaciuto ai critici, ma è andato bene. Pure sui critici, poi, c’è da dire. Il mio primo riconoscimento pubblico lo ebbi tanto tempo fa a Venezia, con Fandango che in America era stato ignorato. Quando son tornato alla Mostra con Waterworld speravo che i critici europei esprimessero il loro giudizio personale sul film, invece scrissero le stesse cose dei loro colleghi americani. E questa è stata una grande delusione per me. [...] Sono un uomo normale che fa un lavoro eccezionale. Nient’altro. A me piace raccontare una storia come vorrei mi venisse raccontata. Con le emozioni al posto giusto e la speranza dentro. Finchè posso continuerò a farlo. Il prodotto che sa di cartone non mi interessa. Non mi ha mai interessato» (Simonetta Robiony, ”La Stampa” 17/1/2004). «Io vorrei essere come uno dei protagonisti del mio film, nella mia carriera ho interpretato persone più intelligenti e coraggiose di me» (R. S., ”Corriere della Sera” 17/1/2004).