Varie, 20 febbraio 2002
CRAXI
CRAXI Bobo (Vittorio) Milano 6 agosto 1964. Politico. Sottosegretario agli Esteri nel Prodi II (2006-2008). Laureato in Scienze politiche, editore, è stato consigliere comunale e segretario del Psi a Milano fino al 1992, poi presidente del Nuovo Psi. Figlio del leader del Psi ed ex presidente del Consiglio Bettino, principale bersaglio di Tangentopoli, morto in esilio (volontario) ad Hammamet nel 2000 • «Si chiama Craxi. E da quando è nato, ogni momento, gli chiedono ”quanto pesa il cognome” [...] un ex mite, Bobo. [...] ”Mi è caduto il mondo addosso. Capite? In pochi mesi si è dissolto tutto, come in una guerra. I compagni, le sezioni, i punti di riferimento. Il giorno prima parlavo di politica e il giorno dopo, pensate, rispondevo a chi ci accusava di aver rubato la fontana del Castello Sforzesco. Siamo reduci, siamo testimoni di una tragedia. Una volta ho partecipato pure a una trasmissione che si chiamava Perdenti. Sei distrutto, lo accetti: c’è quasi il compiacimento della fine. Poi arriva lo scatto. la sveglia. meno male” [...] Da ragazzo, voce e chitarra, si esibiva alla Budineria, un locale alternativo sui Navigli. Era bravo, suonava bene, la Vanoni suggeriva ”una carriera artistica”.Scriveva di musica. Quando pubblicò una raccolta di articoli, prese il titolo da una canzone di Sting: ”Se ami qualcuno lascialo libero”.Infanzia normale, a parte il cognome. La madre, Anna, a proteggere la famiglia, e la sorella Stefania, a rappresentare la parte ribelle. Libri di storia, la passione del Milan, il mito di Rivera, niente furori ideologici: quando i giovani si bastonavano, negli anni Settanta, Vittorio detto Bobo frequentava le elementari alla Montessori, nel centro di Milano. [...]» (Venanzio Postiglione, ”Sette” n. 18/2000). Nel 2001 eletto alla Camera per il Polo, collegio di Trapani: «Perché Trapani? Perché è il posto più vicino alla Tunisia dove è morto mio padre». Alleato di Berlusconi tra numerosi screzi: «Gliel’ho detto a Silvio: mi batto per te, voglio che tu vinca, credo che tu debba governare. E sarò leale fino in fondo. Ma lo sarò proprio perché ti dico, con uguale lealtà, che io e i socialisti con te non c’entriamo niente» (’Corriere della Sera” 21/4/2001).