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 2002  febbraio 20 Mercoledì calendario

CREPET Paolo

CREPET Paolo Torino 17 settembre 1951. Psichiatra • «Psichiatra sociale di bell’aspetto e di pensiero molto politicamente corretto [...] Chi se lo vede comparire di continuo sul video ha come l’impressione che ci sia sempre stato. Perché Crepet ha la sorte di quelli che nascono belli e fatti, già completi. Ha cominciato a essere interpellato come psicologo di fama, senza che ci fosse traccia dell’accumulazione della fama. Ma anche lui ha i suoi punti di partenza. Parte bene, il Crepet pubblico. Dopo una doppia laurea in Psichiatria e Sociologia (perché “mi piace l’umanità, l’uomo”), comincia facendo il ragazzo di bottega di Franco Basaglia e abbracciando d’impeto le tesi antipsichiatriche. Fa un po’ di gavetta nell’Ospedale psichiatrico di Arezzo, un laboratorio delle intelligenze-contro dell’epoca, e di contatto in contatto diventa coordinatore psichiatrico della Regione Lazio. Una borsa di studio sul suicidio dell’Organizzazione mondiale della sanità lo indirizza a quello che sarà il suo filone più ricco e duraturo: i giovani, i loro problemi e le loro devianze. Parte bene anche il Crepet privato. Il padre è prorettore dell’Università di Padova, i nonni sono artisti (un pittore e un ceramista). Le antenate sono emancipate ben oltre il proprio tempo, tanto che la bisnonna materna, peraltro contessa, si vantava pubblicamente di aver sedotto il Passator cortese. Una famiglia, fa notare oggi Crepet nelle note biografiche disseminate qua e là, che gli ha fatto immagazzinare “sensazioni, emozioni, potenzialità”.Doti che lui ha gettato sul piatto di una girandola di vaghe attività. Perché Crepet non è solo il commentatore principe di episodi emozionali. A parte i più svariati incarichi istituzionali da parte di comuni tosco-umbro-emiliani, è stato consulente dell’Esercito per i problemi del nonnismo, insegnante in un laboratorio fiorentino di scrittura, censore (riluttante) nell’apposita commissione cinema, attore teatrale dei suoi stessi testi. Qua e là lo psichiatra tuttologo lascia però filtrare di essere anche uno psicoterapeuta. Non ci informa dove e come si sia formato, ma si autodefinisce “puttana dell’anima” e dà squarci sui suoi casi clinici da far invidia a uno sceneggiatore di Hollywood. Chi può vantare infatti una “licantropa che fa sesso sui tetti di notte, dove gira tutta nuda, come se nulla fosse”? E chi si ritrova sdraiato sul lettino un dotto Jekyll in erba, che si chiama Franco quando è un ragazzino perfetto, e Marco quando si fa le canne? Chi lo conosce, ha comunque l’impressione che Crepet sia migliore dei suoi libri, dei suoi discorsetti esemplari e delle sue fantasiose uscite pubbliche. Quando si toccano temi duri, come l’eutanasia, gli attacchi agli omosessuali, o l’abuso di psicofarmaci, sa dire cose dure con tono duro. Uno Zelig intelligente che la sa più lunga del suo divulgato buon senso e delle sue parole passe-partout (prima dell’“ascolto” ci fu la “solitudine”). Ma che non resiste alle luci della ribalta [...]» (Stefania Rossini, “L’Espresso” 22/3/2001) • «Avrà pochi detrattori, ma sono accaniti. Gli rimproverano tutto, anche il gesto della mano con cui si ravvia i capelli (alla Sgarbi), lo definiscono “esperto di pronto intervento”, per Antonio Ricci è “una velina con i baffi”. “È vero, in Tv ci sono, e da molto tempo. Ma vado solo perché mi chiamano. Non ho mai chiamato per andare” [...]» (Santi Urso, “TvSette” n. 11/2002).