varie, 20 febbraio 2002
CRIPPA
CRIPPA Maddalena Besana Brianza (Milano) 4 settembre 1957. Attrice – «Protagonista della scena internazionale, interpreta con originalità e rigore stlistico personaggi-chiave, nel corso di una carriera condotta al fianco di importanti registi, alternando ruoli da popolana a ruoli da aristocratica e spregiudicata sciantosa. Inizia a recitare a diciotto anni al Piccolo Teatro ne Il campiello di Goldoni (1975), diretta da Strehler nel ruolo di Lucietta […] Vince il premio Maschera d’argento come miglior attrice nel 1994» (Dizionario dello spettacolo del ”900, a cura di Felice Cappa e Piero Gelli, Baldini&Castoldi 1998). «Mio padre [...] Se sono un’attrice lo devo a lui [...] Lui amava il teatro e amava recitare, ma nella vita ha fatto il commerciante per mantenere cinque figli. Io ho iniziato a recitare da piccola con mio fratello Giovanni, e mio padre ci ha fortemente sostenuto. Gli sarò per sempre grata di ciò [...] Ho avuto la grande fortuna di debuttare a 17 anni nel Campiello di Goldoni con la regia di Strehler. Era il 1975 e con me agli esordi c’era anche Pamela Villoresi. Per noi è stata un’esperienza fondamentale perché l’opera restò in scena 6 mesi al Piccolo e poi si partì per una lunga tournée in Europa. Ci ha lanciato, ma ci ha anche dato un imprimatur di grande serietà [...] Forse ho sbagliato tutto: dovevo fare la cantante. Io ho interpretato L’opera da tre soldi di Weill, Schoenberg, Azio Corghi, i cantautori [...]» (Angela Calvini, ”Avvenire” 17/10/2004). «[...] Sconosciuta a chi guarda solo la tv, attrice di teatro con un curriculum da leccarsi i baffi (ha recitato con Strehler che firmò il suo esordio - Lucetta nel Campiello del ”75 - Marcucci, Ronconi, Antoine Vitez, Castri, Peter Stein il grande regista tedesco che è anche suo marito), Maddalena Crippa non si è mai fermata, mai data vinta, mai accontentata. [...] ”[...] Come succede alle donne, ho avuto anch’io crisi, fallimenti, ho fatto sbagli, ho sofferto invidie, gelosie. Le ho affrontate, attraversate soffrendo come una matta. Ho imparato ad accettare i miei limiti, a togliermi di dosso l’assolutezza, quella cosa per cui tutto deve essere perfetto. stata una liberazione. Ora apprezzo quello che faccio, nella vita privata e nel lavoro”. [...] Lombarda della Brianza, da quando si è sposata si è trasferita a San Pancrazio in Umbria, non una casa di campagna, ma un borgo dove, per dire, possono alloggiare anche 30 persone [...] con la compagnia di Stein [...] Loro due si sono conosciuti nell’87, insieme dall’89, si sono sposati nel ”99. Lei italiana-teutonica, lui tedesco-latino, vivono insieme il più possibile [...] lavorano insieme spesso. [...]» (Anna Bandettini, ”la Repubblica” 1/8/2005). «[...] Negli spettacoli diretti da Peter Stein è un’attrice che corre all’impazzata, senza briglie, senza direzione (vocale). Insomma, tende a strafare, ad essere una super-attrice. [...] i suoi personaggi più azzeccati li controlla, è un’attrice che se può lasciarsi andare, se cioè il personaggio davvero lo chiede, lo fa in modo egregio [...]» (Franco Cordelli, ”Corriere della Sera” 14/1/2006).