Varie, 20 febbraio 2002
Tags : Sheryl Crow
Crow Sheryl
• Kenneth (Stati Uniti) 11 febbraio 1962. Cantante. Ex di Clapton, poi con Lance Armstrong • «[...] piccolina, sarà poco più di un metro e sessanta, e magrissima, sotto i cinquanta chili. [...] ex corista di Michael Jackson, cameriera-canterina negli spot di una catena di hamburger, ha fatto molta strada, come il celebre fidanzato conosciuto a un evento di beneficenza organizzato dal tennista Andre Agassi a Las Vegas. Più di venti milioni di dischi venduti dall’esordio del 1994 [...] nove Grammy Awards (gli Oscar della musica) e 17 dischi di platino ne fanno una delle icone della musica rock, soprattutto negli Stati Uniti e specialmente da quando è iniziata la storia d’amore con Lance, che per lei ha lasciato la moglie Kristin. [...]» (Paolo Tomaselli, ”Corriere della Sera” 22/7/2005). «Una delle rockstar più forti del panorama musicale femminile americano e la sua carriera con tanto di superhits quali All I wanna do o Run baby run, a lungo la colonna sonora di un famoso spot pubblicitario, l’ha vista spesso in testa alle classifiche. […] Da corista per Michael Jackson a star di prima grandezza. Una carriera tutta in discesa o c’è stata qualche caduta? ”Ce ne sono state eccome e ad un certo punto ho anche deciso di smettere. Un periodo di depressione che non mi sarei mai aspettata. Poi ho capito che la fortuna era un dono di Dio e dovevo ringraziarlo ogni giorno per quello che mi era capitato. Da quando ho metabolizzato questo pensiero non ho più avuto crisi depressive”.Impegnata socialmente per la campagna contro le mine antiuomo, il board dell’Università del Missouri, un’associazione per la ricerca contro la sclerosi multipla, il tumore al seno e per i bambini rimasti orfani, ha poco tempo. ”La mia vita - racconta - è in funzione della musica. Ma un giorno vorrò un marito, dei bambini e la chitarra... la suonerò soltanto per loro”» (Luca Dondoni, ”La Stampa” 20/3/2002). «Nel 1988 era una corista di Michael Jackson e sognava un po’ di gloria. Non conserva un buon ricordo di quei tempi: ”In 18 mesi che ho lavorato con lui, non ha mai saputo il mio nome, non mi ha mai rivolto la parola. Qualcun altro mi parlava al suo posto e questo mi faceva male. Ripensandoci oggi, era una cosa alla Woody Allen” [...]» (Lucia Castagna, ”Sette” n. 49/2000).