varie, 21 febbraio 2002
DALLA
DALLA CHIESA Rita Casoria (Napoli) 31 agosto 1947. Conduttrice tv. Nota soprattutto per Forum • « nata nella cucina della tenenza dei carabinieri di Casoria, dove suo padre era il comandante: ”Mamma era assistita dalla levatrice, da mia nonna e dalla moglie del maresciallo. Da lì siamo partiti per la caserma di via Moscova, a Milano, e in seguito, quand’ero adolescente, per quella di Palermo, la Bonsignori” [...] Racconta d’aver abitato in caserma fino a vent’anni: ”In un’atmosfera che era insieme impettita e familiare. Ricordo l’appuntato Conconi, che era una specie di balia in divisa, e lo spaccio con i formaggini alla cioccolata... L’atmosfera casalinga compensava le difficoltà che io, Nando e Simona avevamo ad ogni cambio di sede: scuole nuove, amici nuovi, professori nuovi. Non era facile inserirsi e ricominciare sempre tutto da capo”.Di suo padre rammenta la severità e la tenerezza: ”Era di pelle chiara e quando, ottenuta la licenza, raggiungeva noi bambini che eravamo in vacanza a Mondello dai nonni, per farci giocare sulla spiaggia si ustionava fino ad avere la febbre. Però, una volta che dissi una piccola bugia, stette tre mesi senza parlarmi”.A vent’anni Rita è già prossima alle nozze: ”Avevo fatto il liceo linguistico, poi tre esami a Scienze politiche, quando mi innamoria, dopo alcune stagioni giovanili fitte di balli organizzati al circolo ufficiali da tenentini festaioli” [...] Al giornalismo approda dopo la fine del suo primo matrimonio [...] scriveva per ”Gioia” ”e papà mi leggeva con orgoglio. Era rimasto vedovo all’improvviso: mia madre Dora è morta a soli 52 anni d’un infarto, certamente figlio di tante ansie dovute al lavoro di nostro padre” [...] La morte di suo padre, il 3 settembre dell’82, l’ha appresa da un amico giornalista che l’ha portata fuori di casa prima che potesse vedere un telegiornale [...] Poco dopo comincia la sua carriera televisiva: ”Che ha avuto una svolta grazie ad Arrigo Levi, per me un maestro e un padre” [...] Racconta di aver temuto per tanto tempo che il suo successo televisivo fosse in qualche modo legato al cognome che portava. ”Ora mi sono convinta che non è affatto così. E sono più che mai orgogliosa di chiamarmi Dalla Chiesa e di essere figlia di un uomo ucciso mentre combatteva i poteri occulti dello Stato”» (Patrizia Carrano, ”Sette” n. 5/1997).