Varie, 22 febbraio 2002
DE BIASI Giovanni
DE BIASI Giovanni Sarmede (Treviso) 16 giugno 1956. Allenatore. Dal dicembre 2011 ct dell’Albania. Nel 1997/1998 portò la Spal in C1, tra il 2000 e il 2002 portò il Modena dalla C1 alla A, poi due stagioni a Brescia, quindi sulla panchina del Torino dal 2005/2006: ottenuta la promozione in A dovette lasciare il posto ad Alberto Zaccheroni per poi riprenderselo dalla 21ª giornata del torneo 2006/2007. Lasciato il posto a Novellino, andò in Spagna ad allenare il Levante per poi essere richamato dal presidente del Torino Urbano Cairo alla 34ª giornata del campionato 2007/2008, nuovo esonero nel dicembre 2008: Dalla 18ª alla 25ª giornata del campionato 2009/2010 sulla panchina dell’Udinese. Da calciatore giocò in serie A con Inter, Pescara e Brescia • Suo segreto, la psicanalisi: «Due sedute al mese, cento e passa mila lire alla volta. Mi accorsi di averne bisogno e cominciai ad andarci. Prima ero diverso come uomo e come allenatore, mi esaltavo e mi deprimevo in maniera esagerata, ero sempre portato a strafare […] Andare dallo psicologo significa non barare, sapersi mettere in discussione perché lì inizia, o almeno per me è iniziato, il processo di riconsiderazione della propria vita. Devi avere forza, non è una cosa facile. È un’esperienza che mi ha cambiato molto nell’analisi delle situazioni, nella capacità di reagire agli eventi con equilibrio. Quello che prima mi faceva inalberare oggi lo vivo in maniera molto diversa”.Crede nellla forza del gruppo: “Ho fatto due anni il boy scout, credo nelle esperienze comuni e nella condivisione, non, per intenderci, nell’isolamento cui ti porta la play station che ti costringe fra quattro mura o in sala giochi dove per me inizia la perversione della mente umana. Lo scorso anno volevo piantare un albero in mezzo al campo per fare capire ai ragazzi che uno alla volta non lo avrebbero mai spostato, ma se ci avessimo provato in venti forse avremmo raggiunto l’obiettivo”.Ha giocato in serie A nel Pescara e nel Brescia senza sfondare, allena dal ’92, nel ’73 fu acquistato dall’Inter per 160 milioni (“ero in camera con Mazzola e Marini, è stata anche quella una grande esperienza”)» (“il Messaggero” 1/11/2001) • Modello: «Arrigo Sacchi. Da lui ho mutuato il concetto dell’organizzazione della squadra in fase offensiva e difensiva, anche se io lascio più libertà di interpretare al fantasista. Mi ha sempre affascinato l’Ajax. Due anni fa feci uno stage in Olanda e tornai a casa deluso: pensavo di trovare sistemi da fantascienza e invece mi accorsi che le loro metodologie d’allenamento erano superate […] La domenica Bisioli va a studiare gli avversari e poi fa rapporto. Io guardo le videocassette: dove attaccano, con che frequenza, in quali zone del campo... Si perde tempo ma è utilissimo […] A Cosenza, alla fine del ritiro, dissi al presidente che la squadra era più scarsa del Carpi, che guidavo in C1. Fui esonerato quando eravamo salvi e richiamato a furor di popolo quando il Cosenza era in fondo alla classifica. Io di quella retrocessione non mi sento affatto colpevole […] Da ragazzino volevo giocare in serie A. Oggi, da grande, vorrei togliermi la soddisfazione di allenare una grande squadra. Juve, Milan o Inter. Due o tre anni, non di più. Poi giuro che torno a Conegliano per stare vicino a mia figlia che cresce» (Gaia Piccardi, “Corriere della Sera” 18/12/2001).