Varie, 22 febbraio 2002
DEBRAY
DEBRAY Regis Parigi (Francia) 2 settembre 1940. Giornalista, arrestato assieme a Ciro Bustos nell’aprile del 1967 dall’esercito boliviano e condannato a 30 anni di carcere, accusato del tradimento di Ernesto Che Guevara (’la Repubblica” 24/1/2001) • «Sbattuto in galera in Bolivia, prigioniero politico per simpatie rivoluzionarie, a ventisett’anni giurava che i suoi amici e compagni Fidel Castro e Che Guevara incarnavano ”tutta la dignità umana e tutte le speranze di giustizia per il futuro”.Ora che ha scapolato la sessantina, da filosofo marxista militante si è fatto apostolo dell’insegnamento della religione nelle scuole. Dice che lo Stato, a buon diritto, non deve ”riconoscere” alcun culto. Ma si chiede se debba anche rifiutarsi di ”conoscere” la religione. […] Autore scomodo, da sempre. Anche adesso che ha incarichi istituzionali, presidente del consiglio scientifico della Scuola superiore di scienze dell’informazione e delle biblioteche (suo il saggio Lo Stato seduttore, le rivoluzioni mediatiche del potere, nel 1993), oltre che professore di filosofia all’università di Lione. Non ha più i baffi spioventi alla Nietzsche, che gli coprivano mezza faccia, ai tempi del Maggio francese, nel radioso Sessantotto, e quando frequentava Castro e si professava intellettule marxista-rivoluzionario. Già dieci anni prima, nel 1957, durante la guerra algerina, aveva rotto col suo passato di parigino borghese, di famiglia cattolica, conservatrice e benestante (affinità con un altro suo grande amico, Giangiacomo Feltrinelli). Tornato a Parigi - imbottito di Marx e di Hemingway - scrisse della questione sudamericana sulla rivista di un altro suo idolo, Jean-Paul Sartre. Il filosofo della Nausea, forse, non gli avrebbe pubblicato questa ricerca del Dio perduto, dove si sforza di guardare alla terra dal cielo» (Pietro M. Trivelli, ”Il Messaggero” 15/3/2002).