Varie, 22 febbraio 2002
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DE CARLO Andrea Milano 11 dicembre 1952. Scrittore. Figlio di Giancarlo • «Quando, nel 1981, Italo Calvino lo scoprì e scrisse l’introduzione a Treno di panna (Einaudi), l’editoria era molto cauta con gli scrittori giovani, non erano di moda, si contavano sulle dita di una mano
DE CARLO Andrea Milano 11 dicembre 1952. Scrittore. Figlio di Giancarlo • «Quando, nel 1981, Italo Calvino lo scoprì e scrisse l’introduzione a Treno di panna (Einaudi), l’editoria era molto cauta con gli scrittori giovani, non erano di moda, si contavano sulle dita di una mano. Mancavano. E quel ventinovenne, vagabondo tra i mondi del presente, divenne fin dal primo romanzo uno degli autori con cui confrontare giorni più o meno acerbi che non trovavano spazi di un dialogo nella letteratura del tempo. Romanzi amati e romanzi contestati, specie dalla critica: ogni suo libro è divenuto occasione di discussioni per i suoi lettori che hanno continuato a seguirlo, diventando una legione da centomila copie a titolo» (Cinzia Fiori, ”Corriere della Sera” 17/4/2004). «Finito un libro, ho un lungo periodo di distacco dalla storia. Penso ad altro, leggo altro, Non scrivo per circa un anno Nei primi tempi ho un senso di sollievo perché l’intensità del lavoro mi sfinisce. Poi penso alla storia e mi cresce l’ansia di che cosa scrivere, di che taglio dare [...] Lavoro tutti i giorni. Comincio alle dieci di mattina e finisco alle sette di sera. Direi che ho due ore di produttività la mattina e due il pomeriggio. una giornata di quattro ore creative. Una buona giornata corrisponde a sei cartelle. La media è quattro cartelle che stampo subito.... Il giorno dopo rileggo le ultime righe e vado avanti [...] A macchina facevo quattro stesure, con il computer tre. [...] Per fortuna dal mio terzo romanzo in poi ho potuto vivere di questo lavoro [...] Sento sempre una condizione di grande solitudine, comune a tutti gli scrittori. un lavoro solitario che nasce da ragioni molto personali [...] Le donne sono molto presenti nella mia vita. Mi trovo quasi sempre ad avere a che fare con amiche, ex mogli, compagne. Sono uno dei motivi principali della mia vita. Ho bisogno delle donne, di dialogo e di consultazione. Al di là dell’attrazione erotica, che è molto importante, si innestano altre ragioni come il desiderio di comunicazione [...] Tra uomini vi sono ragioni animali che rendono il rapporto complicato. Ci sono confronto e rivalità che con le donne non esistono [...] Mi sono piaciute donne molto diverse. Ho cercato da un lato una donna artista, dall’altro una donna rassicurante che possa essere la sponda di un artista [...] Come idea cerco una ventenne con una testa da coetanea, ma è difficile. Le donne con cui comunico meglio hanno una decina d’anni meno di me [...] Mi piace molto andare a cavallo [...] I confini tra ozio e lavoro nella scrittura sono molto sottili [...] Sono molto alla ricerca di una dimensione spirituale. Non so quale religione. Certo non sono cattolico» (Alain Elkann, ”Amica” 16/9/1995).