Varie, 22 febbraio 2002
DE GENNARO Gianni
DE GENNARO Gianni Reggio Calabria 14 agosto 1948. Prefetto. Collaborò con Giovanni Falcone nelle indagini contro la mafia per le quali fu promosso per meriti straordinari. Nel ’93 fu nominato direttore della Dia. Il Consiglio dei ministri lo nominò capo della polizia nel 2000, incarico che restò nelle sue mani fino al 2007, quando diventò capo di gabinetto del ministero dell’Interno. Dal 23 maggio 2008 direttore del Dipartimento informazioni per la sicurezza. Nel giugno 2010 condannato in appello a un anno e quattro mesi di reclusione per aver indotto (insieme all’ex capo della Digos Spartaco Mortola) l’ex questore di Genova Francesco Colucci a cambiare testimonianza riguardo alla sanguinosa irruzione nella scuola-dormitorio Diaz durante il G8 del 2001 (93 no global feriti). Il 22 novembre 2011 fu assolto dalla Cassazione • «“Dick Tracy” per i media, “lo squalo” per i suoi più stretti collaboratori, semplicemente Gianni per i direttori dell’Fbi statunitense […] È capo della polizia di Stato dal 26 maggio del 2000 quando subentrò a Ferdinando Masone. Sempre in prima linea, la sua carriera inizia negli anni ’70, prima alla sezione narcotici della Squadra mobile romana, poi alla Criminalpol del Lazio. In questi anni, mentre la criminalità organizzata romana fa il salto di qualità stabilendo contatti con il clan dei marsigliesi e la mafia, nasce la collaborazione e l’amicizia con Giovanni Falcone. Numerosi i suoi successi: dalle operazioni Pizza Connection e Iron Tower all’arresto di decine di latitanti eccellenti, in Italia e all’estero, fino nelle prigioni dell’Estremo Oriente per catturare e convincere, insieme a Falcone, il narcotrafficante Ko Ba Kim a collaborare. E dopo di lui Tommaso Buscetta, Totuccio Contorno, fino al primo dei corleonesi “pentiti”, Giuseppe Marchese. Intorno alla sua figura nasce, nei primi anni ’80, il nucleo anticrimine che diventerà Servizio centrale operativo della polizia (Sco), modello per la creazione di analoghe strutture nei carabinieri (Ros) e nella Guardia di Finanza (Scico). Dalla direzione dello Sco, passa alla neonata Dia come vicedirettore e ne diventa direttore nell’aprile del 1993. Poi l’approdo al Viminale» (“Corriere della Sera” 4/7/2002). «Grandissimo sbirro. Cammina papero papero e gli amici perciò lo chiamano Dick Tracy e non perché “ha introdotto i metodi investigativi americani in Italia”.Vicecapo vicario della polizia dopo aver bruciato le tappe ed essere stato capo della neo-nata Dia e della Criminalpol. Uomo di destra, è sempre andato d’accordissimo con gli uomini della sinistra. Alleato di Luciano Violante e di Pino Arlacchi è stato il vero signore dei pentiti. È lui a mantenere i contatti attraverso telefonate sibilline con Totuccio Contorno, il collaboratore di giustizia che invece di trovarsi negli Usa sotto protezione viene scovato e arrestato a Palermo nel maggio 1989, in una zona dove nei giorni precedenti sono stati commessi ben 17 delitti. L’amico Violante, appena diventato presidente dell’Antimafia, ha prontamente secretato i verbali della Commissione con le trascrizioni delle audizioni di De Gennaro e Contorno. Appena appreso che Dick Tracy sarebbe stato uno dei suoi vice, il capo della polizia Vincenzo Parisi avrebbe deciso di dimettersi. Nonostante le influenti amicizie e l’indubbia astuzia non è affatto detto che ce la faccia a coronare il suo sogno di diventare il numero uno. Aspira a diventare commissario Basettoni, resterà inevitabilmente sergente Manetta» (“Dizionario dei nuovi italiani illustri e meschini”, 10/10/1998).