Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  febbraio 22 Venerdì calendario

DEGLI

DEGLI ESPOSTI Piera Bologna 13 marzo 1939. Attrice. «Interprete unica nel panorama teatrale italiano, definita da Eduardo De Filippo ”questa è ’o verbo nuovo” dopo che la vide recitare in Molly, cara (1979, l’ultimo monologo dell’Ulisse di Joyce) diretta da I. Bassignano, che la consacrò al successo come la più particolare e significativa attrice nell’ambito dell’avanguardia. Con il suo viso scomposto e di una espressività singolare, e un modo di stare in scena da duellante, è una figura di svolta nella classica galleria di interpreti della femminilità. Respinta all’Accademia, si afferma come prima attrice al Teatro stabile dell’Aquila ne La figlia di Jorio e in Antonio e Cleopatra, ma i suoi esordi sono con Calenda, Proietti e Gazzolo al Teatro dei 101» (Dizionario dello spettacolo del ’900, a cura di Felice Cappa e Piero Gelli, Baldini&Castoldi 1998). «Tornata con successo al cinema con L’ora di religione di Bellocchio per il quale ha avuto un David grazie alla interpretazione della zia Maria [...] "Quand’ero una ragazzina avevo lavorato con Zampa, Pasolini, Renato Castellani, ma io volevo prove atletiche, la recitazione ’centimetrale’ che mi offriva il cinema non era per me che avevo bisogno di fare salti lunghi. Con l’età e la stanchezza mi pare di aver capito il piacere del cinema e di una interpretazione più interiore [...] Ai David mi ha emozionato ritrovarmi con Isabelle Huppert che più di vent’anni fa aveva fatto me stessa nel film Storia di Piera, ispirato al libro sulla mia vita di Dacia Mariani. Un film bellissimo, diretto da Marco Ferreri, con Mastroianni e la Schygulla a far mio padre e mia madre e lei a fare me. C’eravamo conosciute sul set, con la Huppert, dove io ero andata per farle vedere com’ero e come mi muovevo nella realtà"» ("La Stampa" 8/6/2003).