varie, 22 febbraio 2002
DE LAURENTIIS Dino
DE LAURENTIIS Dino (Agostino) Torre Annunziata (Napoli) 8 agosto 1919, Los Angeles (Stati Uniti) 11 novembre 2010. Produttore cinematografico. Oscar alla carriera nel 2001 • «Ex piazzista del pastificio paterno, ex allievo-attore del Cemtro Sperimentale, rapidamente affermatosi come organizzatore, diventò famoso producendo Riso amaro (1949) dove lanciò la futura moglie Silvana Mangano. I consensi ottenuti lo incoraggiarono a ideare, prima in società con Carlo Ponti e poi da solo, pellicole di respiro internazionale come Ulisse, Guerra e pace, La tempesta. Nello stesso tempo, fedele alla filosofia di alternare film spettacolari e d’autore perseguendo sempre la qualità, batte un record vincendo l’Oscar del film straniero per due anni di seguito con altrettanti copolavori del suo amico Fellini, La strada e Le notti di Cabiria. Ottenne anche il gran premio a Venezia con La grande guerra (1959), sostenne Alberto Sordi nel periodo più interessante della sua carriera (ma era stato anche un assiduo fucinatore delle comiche di Totò), realizzò una quantità di titoli che qualcuno, esagerando, fa ammontare a 600. Nel 1964 creò sulla via Pontina i modernissimi stabilimenti di Dinocittà, dove allestì fra l’altro La Bibbia. Ma il suo sforzo fu contrastato da una legislazione per cui le megaproduzioni in lingua inglese non potevano più ottenere i benefici derivanti dal riconoscimento della nazionalità italiana, come accadde per Waterloo. Crollato il sogno di Dinocittà, che oggi è un ammasso di rovine, nel 1973 De Laurentiis si trasferì a sorpresa negli Usa, dove produsse film come Serpico e I tre giorni del Condor e kolossal come King Kong, Flash Gordon e Ragtime. Sempre con alterna fortuna, però senza troppo inorgoglirsi né troppo deprimersi, con il piglio del grande giocatore. A Dino tutti riconoscono la qualità di un cineasta che ama profondamente il suo mestiere e lo conosce come pochi. La sua vicenda umana, in parallelo con quella artistica, è un lungo e appassionato romanzo che include tre matrimoni, tre figlie avute dalla Mangano (l’unico maschio, Federico, morì in un incidente aereo) e due bambine avute dall’americana Martha Schumacher attuale compagna di vita e lavoro» (Tullio Kezich, “Corriere della Sera”, 25/1/2001).