Varie, 22 febbraio 2002
DE LAURENTIIS Gaia
DE LAURENTIIS Gaia Roma 25 febbraio 1970. Attrice. Conduttrice tv • «Il suo viso sognante e un po’ impertinente è stato lanciato dalla televisione con il programma-culto Target [...]» (“Capital” marzo 1999). «Dopo aver conseguito il diploma presso la scuola del Piccolo Teatro Studio diretta da Giorgio Strehler, è apparsa per la prima volta in tv nella trasmissione Mi manda Lubrano. In seguito ha presentato I concerti di Raitre e nel 1992 ha ricoperto il ruolo di Serena in Senza fine di Ennio De Concini. […] Dal 1994 è diventata il volto, in primissimo piano, di Target, rubrica di Canale 5» (Enciclopedia della Televisione Garzanti, a cura di Aldo Grasso, Garzanti 1996). «Diventata popolare nel ’93 con il programma di costume e attualità Target su Canale 5, la ragazza dal caschetto biondo e dal sorriso travolgente ha conquistato gli spettatori anche come attrice nella fiction Sei forte maestro in onda nel 2001. […] “Di me stessa dico sempre: il mio pregio è l’intelligenza, il mio difetto non saperla mettere sempre in pratica. […] Sogno di vendicarmi dei torti ricevuti. È la cosa a cui penso prima di addormentarmi la sera, fin da quando ero bambina. […] I capelli corti mi portano fortuna. Tutte le volte che li ho fatti allungare le cose hanno cominciato a girarmi storte. Poi, mentre stavo dal parrucchiere e quello era con le forbici in mano, mi squillava il cellulare e arrivava qualche proposta bellissima”» (Claudia Carucci, “La Stampa” 22/2/2004). «Scoperta da Gregorio Paolini, uno dei più colti e raffinati uomini di televisione, la bionda che piace agli intellettuali perché dicono abbia classe, stile e intelligenza da vendere [...] “Per mantenermi facevo di tutto. Tanto doppiaggio, e tanti provini. Ma quello per Target no, non volevo proprio farlo, perché quel giorno ero stanca, avevo mal di testa, e l’idea di dovermi pagare il biglietto aereo per Milano non mi andava proprio. Mi forzò mia madre, diceva non si sa mai, magari è un programma bello e tu diventi famosa, e mi pagò lei il viaggio. E fui scelta” [...]» (Lucia Castagna, “Sette” n. 20/1998).